E' di nuovo Natale

C'è poco da fare.

Almeno una volta l'anno un pizzico di banalità non guasta.

Ed allora lo dico.

Natale è la festa più bella del mondo.

Il motivo per cui ogni anno, più o meno tutti, credenti e no, ci commuoviamo e ci appassioniamo a questa festa, sempre uguale, sempre identica a se stessa, non è facile da capire.

J.L. Borges diceva che l'abitudine ci dà l'illusione di essere immortali.

Sarà questo il motivo?

Una cosa che mi ricordo delle festività natalizie della mia infanzia è di come fossi convinto di poter essere in grado di controllare l'accendersi e spegnersi pseudo-casuale (ma allora non lo sapevo) delle luci dell'albero di Natale.

Non mi rendevo conto che statisticamente avevo il 50% di possibilità di azzeccarla.

Quelle volte in cui ero in sincrono ero stato io a controllarle, le volte in cui non lo ero, semplicemente non mi ero concentrato abbastanza.

L'idea di non essere onnipotente, oltre che non immortale, non la avevo ancora digerita o assimilata completamente.

A conti fatti, allora ero un po' come quei personaggi dei cartoni animati tipo Will il Coyote che, lanciato in corsa verso il burrone dal razzo ormai spento, supera il dirupo e continua a correre nell'aria come se niente fosse.

Fatto salvo poi, una volta resosi conto dell'esistenza della forza di gravità, cominciare ad essere trascinato inesorabilmente verso il basso.

Ora sono qui, caro Gesù Bambino, in attesa di questo ennesimo Natale, che continuo allegramente questo mio volo sospeso, come direbbe Pascal, fra questi due infiniti.

Ogni tanto, insieme a tutti quanti i miei Fratelli e le mie Sorelle su questa terra, guardandomi attorno per ammirare lo spettacolo, piangendo, ridendo, amando.

Tu però, almeno a Natale, cerca di ricordarci che ci potresti ancora essere tu, quando ci arriveremo, in fondo al burrone.

E che ci aiuterai a non farci troppo male.


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