
Quando mancano le parole
A quanto pare quando, anche questa volta, tutto sarà passato (sarà proprio così secondo certi bene informati), non rimarrà molto da dire e da fare.
In compenso l'Italia passerà all'estero (almeno in certi ambienti) non solo come la solita terra di santi, poeti e navigatori, ma anche come accogliente terra d'adozione e prodiga dispensatrice (basta conoscere le persone giuste) di un gran numero di rappresentati di quella categorie di lavoratrici solitamente note sotto il nome di…
E chissà che non riusciremo a rubare il primato in quanto a fama a vecchie glorie nel campo come Olanda e Thailandia.
Insomma, stasera (mentre scrivo è un sabato di fine gennaio 2011) non ho niente di meglio da fare che mettermi a scrivere dell'argomento di cui si parla di più in questi giorni, specialmente in Italia (oltre al sempreverde "Silvio Berlusconi vs i giudici comunisti"), ovvero di ... puttane, l'oggetto del contendere dell'ultima disputa governo-magistrati.
Sono stato troppo brutale?
Non dovevo nominare Silvio Berlusconi?
Forse, ma voglio andare subito al sodo.
Ed il "sodo" riguarda una domanda che ultimamente mi arrovella "nostalgicamente" la mente.
Come giudicherebbe tutto il casino (mai parola è stata più adeguata) che sta succedendo in questi giorni quel noto anarco-cantautore che rispondeva al nome (e cognome) di Fabrizio De André, se fosse ancora vivo di questi tempi?
Come molti probabilmente sanno, De André era un sincero appassionato dell'argomento in questione (le puttane, da ora in avanti, per eleganza, "escorts"), come anche di giudici del resto, ma di questo parleremo in un'altra puntata.
Allora, cosa avrebbe detto?
Diciamolo, anche De André era un appassionato di "escorts".
Ma lui, come molti sanno, a differenza del nostro Premier, usava questa sua passione anche a fini artistici, la sublimava in Arte.
Chi non si ricorda della sua "escort" bambina di Via del Campo? O di quella di Bocca di Rosa. Tutte e due splendidi, amabili, personaggi che sono ormai scolpiti nella nostra memoria. Evangelica la prima, Boccaccesca la seconda.
Insomma, cosa ne avrebbe pensato Faber (mio Dio, come mi mancano le sue parole in questo periodo così povero di poesia oltre che di sana e marmorea indignazione)?
Penso di saperlo, e lo dico anche a costo di voler sembrare mettere in secondo piano, quanto a responsabilità, la figura di quel pover'uomo del nostro premier.
Faber avrebbe pensato a loro, a mio avviso, come a delle insignificanti e normali, ancorché implasticatissime, impasticcatissime, ma anche gnocchissime, cinicissime, avidissime, puttane (ach! lo ho detto di nuovo). Anni luce distanti dalle "meravigliose" e "veraci" figure ispiratrici delle sue canzoni.
Normali puttane (un lavoro come un altro, del resto), nulla di meno, nulla di più.
E non c'è Ruby, ed allegato programma tv di Alfonso Signorini, che tenga.