Senza tempo

Questa volta, se me lo permettete, vorrei fare qualche considerazione semplice semplice sul giusto trascorso 17 marzo.
Per chi non lo sapesse (immagino quei pochi impegnati nel frattempo a prendere un cappuccino al bar con gli amici) in tale data, nel lontano A.D. 1861, Vittorio Emanuele II fu proclamato ufficialmente Re d'Italia, sancendo in questo modo la nascita della Nostra nazione.
Insomma, il 17 marzo 2011 è stata una data importante. Il 150esimo anniversario dell'unità nazionale.

Stando a quanto riportato dagli organi di informazione (e ci posso credere visto quello che ho visto nella mia città), molta gente in Italia si è fatta coinvolgere nei festeggiamenti, come probabilmente sarà successo cinquant'anni fa, nel 1961.
Personalmente, sorprendentemente visto la mia predisposizione all'amor Patrio, non sono riuscito a farmi prendere dall'entusiasmo.
Non so se sarebbe stato diverso cinquant'anni fa, se avrei festeggiato con più trasporto, non subendo negativi influssi dalla attuale situazione socio-politica italiana.
In compenso io cinquant'anni fa, essendo nato giusto giusto con i sufficienti anni di ritardo, ancora non c'ero.
Mi racconta chi c'era, per quello che ricorda, che fu anche allora un giorno di festa, anzi anche di più.

Pensando al futuro, fra cinquant'anni forse ci sarà ancora l'Italia (lo spero) ma io (quasi) sicuramente non ci sarò più.
Spero ci sarà mia figlia e che mi faccia una telefonata per farmi sapere come è andata, ricordandosi questi giorni.
Insomma, a pensarci, questi anniversari li vedo un po' come i passaggi delle comete, come quella di Halley, che ci fanno bye bye dal Cielo quando ci passano sopra la testa, e forse anche una pernacchia.

Non sono riuscito ad appassionarmi a questa festa, a queste celebrazioni.
Ma una cosa mi è venuta da pensarla.
Cazzo, quanto è breve la vita di un uomo!


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