The Killing Joke

Da qualche parte, nella primavera del 1998…

Io, Anna e Jenny siamo amicissimi e, da un po’ di tempo, ci facciano un sacco di scherzi.
Difficile dire quale sia stata la scintilla che ha dato fuoco alle polveri. Sta di fatto che siamo nel pieno di un’escalation di puttanate che, a confronto, un comizio di Borghezio è un simposio di teologia organizzato dalle edizioni Paoline.

Ho da poco subito uno scherzo e, così, per vendicarmi, mi metto d’accordo con la professoressa di italiano: in pratica, dovrà entrare in classe con aria molto severa e, inventandosi una roba tipo “Mi sono accorta di non avere abbastanza voti per le presentazioni alla maturità”, fare finta di interrogare a sorpresa Anna e Jenny.
La prof accetta di buon grado, ma, purtroppo, si fa un po’ troppo prendere la mano e quella che doveva essere una finta per farsi due risate si trasforma nell'umiliazione pubblica di due ragazze impreparate, che, ad un certo punto, pensano davvero di avere rovinato tutto il lavoro di un anno.

Inutile dire che non fu quello che volevo.
Inutile dire che spiegai l’accaduto e porsi loro le mie più sincere scuse.
Inutile dire che si vendicarono.

È passato giusto qualche giorno dall’interrogation-gate. Anna e Jenny recuperano una mia foto di qualche mese prima, scattatami durante una gita epicissima a Berlino, in cui, sarcacchio per quale motivo, tengo in mano con espressione effemminata un carciofo. Ispirate da una pubblicità dell’Esselunga molto in voga a qual tempo (“Topolino o ravanello”, “Ballerina o carote?”), la utilizzano per preparare dei piccoli manifesti con la scritta “Carciofo o finocchio?”. Infine, radunano mezzo liceo e, nottetempo (ovviamente a mia insaputa), li appendono ad ognuno degli oltre cento tigli che costeggiano il lungo viale che porta alla nostra scuola.

Il mattino dopo arrivo bello fresco e senza sospettare nulla, parcheggio il mio Sì Piaggio nel posto dei veri fichi, entro dalla porta principale come se nulla fosse… e vengo preso per il culo da tutta la scuola.
Professori e bidelli compresi.

Grandi risate. Pacche sulle spalle. E se ci si ritrova dopo vent’anni per la pizzata di classe del liceo ce lo si ricorda e si ride un sacco come la prima volta e pure deppiù.

Giovedì 26 settembre 2013, alla Camera dei Deputati del Parlamento italiano, si discute di omofobia.
A quanto ho capito, il motivo è che il giorno prima il sig. Barilla ha dichiarato che lui non ha nulla contro gli omosessuali e che, per quanto lo riguarda, possono senz’altro continuare a picchiarselo in culo che tanto a lui piace la gnocca (basta che non sia di Giovanni Rana).
Solo non è ancora il momento di usarli per fare la pubblicità della pasta.
Al massimo si potrebbe fare un’eccezione per le orecchiette.

Dicevo, i rappresentanti del Popolo Sovrano sono lì che si fanno un culo così (oops!) a parlare di omofobia. Il deputato di SEL, Alessandro Zan, gay dichiarato, ha da poco terminato il proprio intervento quando Gianluca Buonanno, classe 1966, mente tra le più illuminate dell’organo (oops!) legislativo e che, pensa un po’, è pure leghista, tira fuori chissà da dove (oops!) un finocchio (nel senso di vegetale) e lo appoggia sul banco.
Segue parapiglia d’ordinanza, dolce, caffè e ammazzacaffè.

Giro sull’internet, e scopro che solo qualche settimana prima lo stesso Buonanno si era fatto notare per avere etichettato sempre i membri (oops!) di SEL come “Lobby dei sodomiti” (tra l’altro al termine di una circonvallazione logico-retorica che ancora oggi se ci ripenso mi provoca labirintite, spasmi e voglia di mandarlo 'affanculo, ma lasciamo stare).

E io vorrei dire a Buonanno e a tutti quelli che battevano le mani come le scimmie con i cimbali: ma non vi sentite vecchi-vecchissimi?

Cioè, Buonanno, tu hai 47 anni, sei sopravvissuto ai paninari, all’electro pop anni ’80, al karaoke con Fiorellino, ai telefilm demmerda anni ’90, alla mucca pazza, all’11 settembre, allo tsunami, a Windows Vista e alla sintonizzazione del decoder per il digitale terrestre.
Hai vissuto sulla tua pelle l’internet 2.0, la globalizzazione, l’outing di George Micheal (si sapeva) e Ricky Martin (non si sapeva!) , la venuta degli smartphone, le pubblicità di Intimissimi, il primo presidente degli Stati Uniti nero…
E non hai imparato un cazzo?

Il mondo ti verrà a prendere, Buonanno.

Te e tutti quelli che sono ancora fermi a quando nel mio paesello padano c’era chi appendeva cartelli con scritto “Non si affitta a veneti e meridionali” e poi si è trovato la propria figlia gravida di uno che di cognome fa Vendramin o Terracciano.

Il mondo non butterà giù la porta con una spallata. Non ci saranno esplosioni, botte o spari.
Entrerà dalla finestra o te lo ritroverai già accomodato sul divano che ti aspetta per un thè al bergamotto (che per un leghista è il massimo).

Sarà tuo figlio che ti confesserà di essere gay.
Sarà il tuo capo che ti inviterà a cena a casa del suo compagno e tu dovrai fare la bella faccia e continuare a leccargli il culo (sì! Proprio il culo! Oh oh oh!).
Sarà il tuo migliore amico che un giorno ti dirà: “Ho lasciato Barbara e adesso sto con Cinzio”.

Forse, allora, capirai che il finocchio non è neppure il peggiore dei mali che ti può capitare.

Perché, al contrario del carciofo, almeno non ha le spine.

(immagine by Katherine Sandoz, Salted & Styled-Fennel)


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