
Memorie estive
Colpo di calore, strano di questi tempi: febbre, delirio e ti incavoli per la sfiga. Quattro stagioni: la più attesa, amata e odiata è l’Estate e mi chiedo spesso il perché.
Non sarò l’unica persona al mondo a non amare visceralmente questo periodo: caldo, afa, zanzare, sudore, stress, obbligo al divertimento sfrenato, obbligo all’abbronzatura che fa Tanta Salute (e melanomi!), notti lunghe al Karaoke (ma perché?), cibi esotici e “afrodisiaci” (ché devi cuccare!), liti in famiglia per cosa fare, dove andare e con chi… non continuo, sarebbe una seconda Hiroshima.
Eppure i ricordi dell’adolescenza non sono conditi da tanta insofferenza, magari da Noia, pure tanta, ma salutare, indispensabile Noia in quelle sere assolate e afose che non ti permettono di fare nulla (o erano i genitori che ti bloccavano in casa a sudare sul letto della tua stanza?) e che comunque ti servono per crescere, capire, porti domande sopite, le cui risposte non vorresti dare…
Il tutto è forse più comico che tragico, ma la mente ricorda a modo suo, è risaputo, e spesso ti confonde rendendo insipidi alcuni ricordi, come eccessivamente sublimi altri: in sintesi, ti fai fottere dai ricordi!
L’estate è un appuntamento obbligato, dipende da come ti trova: è un po’ crudele pensare che quando uno muore lascia dietro di se scatole di pasta aperte, latte in frigo inacidito, rotoli di carta igienica iniziati, eppure è proprio così le cose di tutti i giorni ti sopravvivono e tu non puoi farci niente; la terza stagione dell’anno, allo stesso modo, arriverà puntuale (più o meno) e farà le sue vittime senza preoccuparsene, come sempre, e tu non puoi farci niente.
Non ho il tempo di rileggere o di correggere lo scritto, qualcuno ha chiamato il 118 e la Neuro-Deliri è già sotto casa mia: saluti a tutti, carissimi, spero che almeno lì funzioni l’aria condizionata...
Ho solo il tempo per un pensiero: che splendida foto verrà abbinata, sempre che...