Natale in casa S.

Un accurato censimento del presepe di casa mia (ebbene sì, facciamo pure quello: ci pensa mio padre bestemmiando ogni volta che cade una statuina) ha rivelato, oltre a un uso spregiudicato e discutibile della prospettiva giottiana, la presenza di:

- una squadra di calcio di Re Magi, la FC Comet Betlemme, disposti in formazione 4-4-2 nel rettangolo del presepe, pronti a marcare a uomo i centurioni romani. Presenti in numero abbondante nel caso qualcuno si perda, così sono sicuri di recare oro, incenso e mirra al Bambinello;

- animali, di tutti i tipi e ovunque: pecore, mucche, cammelli di tutte le misure, cani, pecore, gatti, un coniglio andato smarrito nel presepe dell'anno scorso, galline, pesci, oche, cigni. Mancano pinguini e orsi polari, ma li abbiamo ordinati per l'anno prossimo. Ma la storia degli animali sull'arca non era in un altro capitolo?

- Panettieri, pizzaioli, pescivendoli, sarte, pastori, pescatori, prostitute, C.E.O. di multinazionali, astronauti, hostess di Alitalia animano le vie attorno alla capanna: Betlemme non conosce crisi, apparentemente;

- quattro giovani fanciulle identificabili come la Vergine Maria, poste sulle vie più trafficate della piccola Betlemme, lì a contrattare coi pastori;

- cinque o sei San Giuseppe, tutti muniti di bastone, probabilmente a cercare la Vergine Maria, ché già la questione dell'Angelo Gabriele non gli è andata giù tanto bene...

E la neve? La neve non c'è.

Niente nuvole di farina né zucchero a velo, niente cotone ovattato incollato a cazzo attorno alla capanna.
Perché? Perché, ha detto mia madre, il riscaldamento globale è arrivato pure là (che poi io la storia della neve in Palestina non l'ho mai capita, ma quello è un altro discorso).


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