Perché Debaser.


Non sono portato per carattere agli strombazzamenti e ai facili ammiccamenti, odio i selfie allo specchio e quelli con la bocca a culo di gallina, i like tattici su Facebook e gli atti di reciproco onanismo consuetudinario perché lo richiede la prassi. Però riflettevo su un po’ di cose ed è arrivato il tempo di renderle pubbliche.
Sono circa 10 anni che partecipo più o meno attivamente a Debaser, sono più giovane anagraficamente dell’80% dell’utenza del sito, ma sono più vecchio di molti di voi debaseristicamente parlando.
E allora cosa mi spinge a rimanere ancora attivo dopo tanto tempo? Si potrebbe dire che la genuinità di Debaser, nel bene e nel male, rimane ancora oggi insuperabile. E da un punto di vista qualitativo Debaser non ha nulla da invidiare ai “professionisti della critica musicale” dei vari Ondaclock e webzine digitali concorrenti. Del resto mi fido molto di più di un recensore amatoriale, che di qualche editorialista o caporedattore un po’ furbetto che riceve accrediti e pile di dischi in omaggio ogni settimana. E ai recensori per la maggior parte, i cui molti nickname meritebbero un altro editoriale a latere, competenza e preparazione non sono mai mancati, ma è la passione l'elemento fondamentale che non manca mai a chi dedica spazio e tempo per dare il proprio piccolo contributo per arricchire sempre di più il sito.
E poi il cuore pulsante di Debaser, la sua fenomenologia antropologica è sempre stata scritta nello spazio dedicato ai commenti: un tempo anche anonimi, hanno rappresentato un gran punto a suo favore. E se all’anarchia e al goliardismo ricettistico sotto i pluridoppioni dei tempi andati si è sostituito una sorta di ‘volemose bene’, i commenti rimangono un irrinunciabile strumento di confronto, civiltà (si narra però che il tempio di Deb sia stato costruito sugli antichi resti di un'arena fatta di sangue, polvere e lacrime) e discussione con cui poter interagire con altri utenti e generare discussioni circa l’opera, l’artista o lo scritto.
Avete mai visto cosa succede su Ondaclock quando provano raramente e sciaguratamente ad attivare i commenti per le recensioni? Di musica si deve discutere democraticamente, non è un monologo. Tu scrivi, io ti leggo e ho il diritto di poter intervenire. Tu decidi che hai qualcosa di interessante da dire, io ti dedico del tempo aprendo la tua pagina, è un gioco reciproco delle parti. Ecco dove sta la bellezza di Debaser: non si ammettono monologhi senza contraddittorio. Se dici una cagata, affermi un’inesattezza non puoi disattivare i commenti e nasconderti. Probabilmente venisse soppressa la sezione dei commenti, credo smetterei di scriverci.
Aggiungiamoci alla discreta fetta di utenza attiva una notevole ed eterogena offerta musicale ed extramusicale che ha veramente poco da invidiare a quella di altri siti web. E soprattutto la libertà di poter recensire il disco dei tuoi sogni (o dei tuoi incubi) liberando la fantasia e utilizzando gli approcci preferiti come meglio credi (magari non parlando per niente del disco e divagando? Yeah!), e quanto meglio credi senza scadenze temporali.

E adesso tutti in coro: La mucca è morta, viva la mucca.


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