Libero Mercato
Tra le altre cose scarico farina nelle pizzerie.
Pochi giorni fa, dopo aver espletato le mie funzioni e mentre il mio capo persuadeva il titolare del locale della necessità di un aumento dei prezzi, io nel retrobottega mi fumavo con Ashur una deliziosa sigaretta post-pranzo.
Ashur è un ragazzo egiziano sui trent'anni, di cui una decina in Italia. Pizzaiolo più per necessità che per vocazione ha in carico una famigliola numerosa tra moglie, figli, suoceri e persino un paio di cugini.
Ashur è sempre in pizzeria, a pranzo e a cena, nei giorni feriali e festivi (ormai sono sempre di più le pizzerie che non fanno giorni di chiusura) e, per garantirsi il permesso di soggiorno, ha accettato un contratto capestro in cui gli si garantiscono 600 euro al mese per una quindicina di ore di lavoro al giorno.
Ashur è preoccupato.
Pare che un altro pizzaiolo, pakistano, stia trattando col padrone per avere il suo posto chiedendo un centinaio di euro in meno al mese.
Saluto Ashur e mi rimetto sul camion.
Signore e signori, il libero mercato.