Puoi scorrere a destra e anche a sinistra!
Fallo sulla apposita barra grigia.
The Kim Squad And Dinah Shore Zeekapers - Macaibo

E dopo il Maestro, il Reverendo

Belli e dannati. Anzi, giovani e bastardi.

E veloci, come una meteora. Anzi no: luminosi. Come una cometa.

Era il 9 maggio del 1987 quando Rai Stereo Uno trasmise in diretta la finale di Indipendenti, il concorso di Fare Musica che premiava la miglior band emergente italiana dell’anno. Sul palco dell’Auditorium della Rai di Torino quattro bands: le inutili Funky Lips di Torino, gli Entropia di Palermo, i bravi Lonely Boys di Porto Sant’Elpidio e poi…loro.

Una band con il rock ‘n’ roll fin dentro le mutande che si mangiò tutti, critica e pubblico compresi. Viscerali, deraglianti, sudici di rock ‘n’ roll come raramente si era ancora sentito in Italia. C’è dentro il garage rock con cui stiamo ancora tutti condividendo il sogno di un rock ‘n’ roll sanguigno e radicale ma c’è pure tanto altro. C’è l’aria maudit del diciassettenne François-Régis Cambuzat e c’è la chitarra assassina di Giorgio Curcetti che restituisce sul palco le orge infette degli MC5.

E c’è il sudore che fa colare il make-up attorno agli occhi di Roberta Possamai ed Elena Palmieri. Chissà cos’altro un po’ più sotto.

Dietro, c’è la batteria implacabile di Angelo Pinna che non cede il passo, segue l’assalto, inflessibile, monolitica.

Esplosivi. Arrabbiati e cattivi.

La finale di Indipendenti la vincono loro, manco a dirlo, a soli 40 giorni dal primo round giocato sul palco della prima edizione di Arezzo Wave, assieme a piccole glorie dell’epoca (Weimar Gesang, Rats, Party Kidz, Underground Life, Sleeves, Ritmo Tribale, Art Boulevard, ecc. ecc.).

Dopodiché si chiudono dentro gli Studi Pollicino di Roma in compagni di Oderso Rubini e, nel giro di soli due giorni, Young Bastards è pronto. Missaggio compreso.

Perché i Kim Squad suonano col sangue.

E bisogna registrare tutto prima che coli via anche l’ultima goccia.

L’album è, nei fatti, un live in studio. Ed è così che suona.

È una lacerazione sul corpo vivo del rock ‘n’ roll.

Sotto, le carni si muovono ancora, macerandosi nell’alcol ad ogni frustata.
Carico i commenti...  con calma