La musica italiana di grande produzione ormai si basa su concetti di puro marketing e business, di conseguenza chi veramente decide di ascoltare buona musica si rintana, come di consueto, nei meandri dell’underground per riuscire a trovare uno spiraglio di luce in questa Italia ormai spenta artisticamente. E’ infatti stato difficile per me credere che un gruppo come i Malcondita, poteva far riaffiorare in me interesse per testi assolutamente italiani miscelati a un sano e puro rock. Eppure questi tre ragazzi (mbhè ragazzi è una parola grossa!) dimostrano con questo album di stare lontano dalla moda e dalle tendenze attuali, suonano bene e non si ripetono in nessuno dei pezzi, niente di scontato o di scopiazzato, niente di lineare e fisso, miscelano infatti molto bene pezzi con estrema cattiveria a pezzi molto soft e significativi. Uno di quei album che la seconda volta che lo ascolti stai già li a canticchiare, perché i pezzi ti entrano proprio nella testa, senza bussare!

Purtroppo c’è da dire anche che comunque la voce di Elena, può piacere e non, avendo un particolare timbro di voce cadenzato, e in alcuni tratti metricamente molto veloce, tanto da non riuscire a capire il significato. I testi però sono molto curati, e descrivono momenti che ognuno di noi sicuramente ha passato, come ad esempio “Continuo A Bere” o “All’Inferno”, ma esaminando bene però i contenuti dei testi, si può notare la marcatura di femminilità, forse troppo acuta, quasi non adatta ad un pubblico maschile. Tutto sommato la musica non è per niente femminile e nel contesto brano e lirica, i Malcondita non sgarrano di una virgola, l’album scivola via come una storia raccontata, cattiva, spietata, critica e senza lieto fine, la canzone “Frigida” infatti è quasi come battere uno stivale borchiato in testa alla persona che più vi sta sulle palle, così come “Odio Lento”, bellissima poi l’idea di mettere un’”Intro” al centro dell’album.

In conclusione un bell’ album da ascoltare, e da ordinare da internet perché in vendita solo in alcuni  punti d’Italia, parliamo sempre di underground e indipendenza, ma se volete ascoltare musica buona è lì che dovete fare capolinea!

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