"Luca Romagnoli, ci è o ci fa?".

E' questa la prima domanda che mi sono fatto alla fine del concerto del MaDeDoPO a cui sabato scorso (8 settembre),  nella splendida cornice (si fa per dire) dell'ex-macello di Sava (TA), ho avuto l'onore (o l'ardire?) di partecipare.

La risposta che mi sono dato è che Luca Romagnoli (per chi non lo sapesse il leader-cantante e fine compositore di parole del gruppo abruzzese) ci fa.

Benchè anche un pò ci è.

Del resto il mondo della canzone, quella grande, è piena di gente che "ci fa", più che "ci è".

Il primo che mi viene in mente, e nessuno mi accusi di blasfemia, è uno che di nome fa Tom e di cognome Waits.

La sapete la storiella, messa in giro da qualcuno invidioso, che dice che l'uomo di Ponoma sia in verità praticamente astemio e, peggio ancora, lo è sempre stato?

Un pò del resto come insinua di Bukowsky lo stesso cantante del MaDeDoPO nel loro tormentone "Auff".

A questo punto, chiarito in maniera chiara e definitiva che Luca Romagnoli ci fa (benchè un pò ci è), posso passare a parlare di questo concerto.

Il primo giudizio secco che mi sento di dare è: è stato un grande concerto.

Il secondo giudizio, un pò meno secco, che mi sento di dare è: l'album (l'ultimo, "Auff") non rende merito della "forza d'urto" delle canzoni in esso contenute e della loro capacità, se eseguite dal vivo, di "scoinvolgere" (neologismo mio) il pubblico e di costringerlo ad una sorta di sindrome da ballo di San Vito (la Notte della Taranta è a due passi da qua) in preda ad un'estasi punk-sessuale-rivoluzionaria irrefrenabile (ho visto una signora anziana con un piatto di orecchiette in mano che ad un certo punto ha buttato il piatto all'aria , si è precipiata sotto al palco, e si è messa a pogare di brutto !).  

Insomma, il binomio testi di Romagnoli+base ritmica del trio a supporto (in particolare il batterista, a mio avviso davvero fenomenale) ci ha fatto tutti diventare più incazzati e "cattivi" (a parte la pausa di "bontà" e riflessione esistenziale indotta dalla splendida ed emozionante esecuzione di "Il numero otto").

Il terzo giudizio, ancora meno secco, che mi sento di dare è: Luca Romagnoli è un grandissimo front-man (che fosse un grandissimo "poeta" lo avevo già intuito) con una capacità interpretativa e "affabulativa" degna dei grandi.

Il suo "auto-sputo" nell'occhio durante l'interpretazione forsennata di "Macedonia" è stata davvero una "grandissima" trovata che mi ha lasciato basito (visto il personaggio che è lo si potrebbe anche pensare un grande ammiratore di certe pratiche dannunziane  che anche esse centrano con l'"auto"...).

Con aspirazione di maître à penser (vedi l'accenno alla sua ultima "conversione vegetariana", chissà perchè fatta all'interno di un ex-macello), ma forse questo non è il suo lato più positivo.

A cui personalmente perdono anche certe uscite "gratuite", tipo quel "più sborra, meno sbirri" gridata come saluto al pubblico alla fine del concerto (fra l'orrore delle mamme con bambini).

Insomma, almeno per quella serata di sabato, lo ho gridato pure io (durante l'esecuzione di "Signor Poliziotto"): fanculo ai poliziotti!

In fondo è stato tutto uno scherzo (ripeto: Luca Romagnoli ed il suo gruppo ci fanno).

Il problema è andarlo a spiegare ai carabinieri che si sono presentati poco prima della fine del concerto alla porta d'ingresso dell'ex-macello intimando di smettere con la scusa che si era fatto tardi.

Ma sono sicuro che un giorno diventaranno fans anche loro.

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