Giunti al sesto album in studio il gruppo di Wichita si è trovato a dover affrontare un grande problema: la mancanza di fondi. Nonostante infatti il superbo "The Deluge", le vendite non sono bastate a garantire un buon budget per realizzare il nuovo lavoro. Così, tornati in studio gli epic-metaller americani si sono dovuti mettere all' opera e realizzare in meno di sei mesi quello che sarebbe stato il nuovo disco: "Mystification". Oltre a questi problemi i Manilla Road dovettero accontentarsi di una registrazione a dir poco pessima a causa proprio della mancanza del denaro...Tirando avanti per la loro strada non si sono lasciati scoraggiare e nel 1987 partorironò questo "Mystification", perla di speed-epic-doom metal. Un album molto più violento e grezzo del precedente che mostra anche alcuni passaggi doom, come era gia accaduto alla band con "The Veils Of Negative Existence" contenuta in "Crystal logic".

Quello che può sembrare un punto debole, ovvero la registrazione scadente, a mio avviso è l' arma in più del platter perchè dona un' aura "folle" e "epica", creando quell' alone di mistero che in un album di questo genere è assolutamente necessario.

Giunti ormai ad una competenza tecnica di tutto rispetto i tre musicisti si ispirano a diversi autori di fantasy e dei romanzi dell'orrore per dar vita ad alcuni testi: dal racconto della maschera rossa di Edgar Allan Poe, a Cthulhu del maestro Lovecraft per finire con citazioni di Gene Wolfe.

Passando ad analizzare le song risaltano subito i ritmi frenetici e furiosi che caratterizzeranno quest' album. Ne è la prova l' opener "Up From The Crypt", perla di speed metal, mentre con la successiva "Children Of The Night" il ritmo rallenta. Come era già emerso con il precedente lavoro Randy Foxe dimostra di essere un grande talento e buona parte del merito di quest'album va anche a lui. Dopo le epiche "Haunted Palace" (grande prova di Mark al microfono) e "Spirits Of The Dead" giunge quella che io reputo la migliore song del platter e una delle più feroci e devastanti mai create dalla band. "Valley Of Unrest" si presenta veloce, grezza e assolutamente aggressiva "arricchita" dalla registrazione che la rende "primordiale". Degna di essere citata anche "Masque Of The Red Death" in cui è presente un ottimo chorus e dove il genio di Allan poe prende vita.

Anche se non si raggiungono i livelli del precedente "The Deluge", con l' accoppiata finale "Dragon Star" e "The Asylum" si può tranquillamente parlare di un altro album capolavoro. La semi-ballad "Dragon Star" basata sulla figura di Alessandro Magno mostra che la band ha raggiunto livelli di songwriter davvero eccezionali, confermati dalla perizia tecnica della conclusiva strumentale "The Asylum".

Per dare un giudizio a "Mystification" occorrono diversi ascolti a causa della sua natura "claustrofobica" e malsana che non ne facilità l' assimilazione. Posso quindi affermare con certezza che siamo di fronte ad un grande album, forse l'ultimo capolavoro prima di un declino inesorabile che avverrà con i seguenti lavori e che porterà pian piano allo scioglimento. Se quindi siete amanti delle sonorità cupe ed epiche o comunque amate il metal, quest' album non può essere dimenticato...

  1. "Up From The Crypt" (3:02)
  2. "Children Of The Night" (6:54)
  3. "Haunted Palace" (4:22)
  4. "Spirits Of The Dead" (4:23)
  5. "Valley Of Unrest" (3:39)
  6. "Mystification" (5:35)
  7. "Masque Of The Red Death" (5:20)
  8. "Death By The Hammer" (3:46)
  9. "Dragon Star" (5:54)
  10. "The Asylum" (4:52)
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