Marcus Miller, prima di pubblicare questo disco nel 1993, era già apprezzato come virtuoso del basso elettrico, pluristrumentista, compositore e musicista fusion di proporzioni bibliche; tante sono le collaborazioni con grandi nomi del mondo del jazz che negli anni 80 contribuirono a far crescere la sua notorietà ma la più inportante fu sicuramente qulla con il maestro Miles Davis per il qule compose e arrangiò i suoi ultimi due dischi; se non ad eccezzione di qualche brano "Tutu" del 1986 e "Amandla" del 1989 furono composti ed arrangiati completamente dal bassista. Inoltre militò e fu membro fondamentale dell'ottimo gruppo funky dei jamaica boys; non dobbiamo neanche dimenticarci degli album da solista dal sapore pop di pregievole fattura che uscirono sempre in quegli anni oltre all'importante collaborazione che ha sempre tenuto con il sassofonista David Sanborn. In particolare Miller fu sempre apprezzato come colui che sacrifica spesso e volentieri il virtuosismo per lasciare spazio al buon gusto e credetemi Miller di buon gusto in musica ne ha da vendere.
Questo suo primo album fusion totalmente strumentale ne è la prova lampante, questo disco rappresenta tutto quello che è la musica di Miller, è e rimane il suo disco più bello ed è sicuramente una delle pubblicazioni fusion più belle che siano mai uscite. Gli ingredienti di questo disco sono il funky (Miller usa in maniera eccelsa la tecnica dello slasp), il blues, la raffinatezza ed un pizzico di "pomposità" creata soprattutto da tastiere e campionamenti che il musicista usa abitualmente nelle sue pubblicazioni in studio e che danno ai suoi lavori un sapore "poppeggiante" (tale metodo diventò però nei lavori a seguire ancora più incisivo e i suoi album presero le sfumature di un certo tipo di r n' b molto in voga sia negli anni novanta che oggi..... è per questo che io definisco tutte le pubblicazioni che seguono "The sun don't lie" dei veri e propri inni alla musica afro americana, compresa quella commerciale che tanto facilmente si sente su mtv).
Il disco si apre con "Panther" brano relativamente semplice ma anche splendido... ad aprire il brano è il basso di Miller che con il suono caldo tipico del suo fender jazz suana il bellissimo tema principale da solo, una volta finito il tema da il tempo e fanno la loro comparsa batteria (elettrica) tastiere e chitarra: il tema viene ripetuto ancora stavolta insieme alla tastiera poi la variazione e gli assoli di chitarra fino a giungere all'assolo ritmico di slap di miller ed il finale.Il brano potrebbe risultare inizialmente ad alcuni un pò freddo negli arrangiamenti causa l'uso di campionamenti, ma se saprete sorvolare questo vostro"pregiudzio" ve ne innamorerete. La seconda traccia assume fin da subito un sapore latino, il protagonista è sempre il basso DI Miller, il pezzo è raffinato e dai toni romantici, si chiama "Steveland", i soli di sax e di chitarra sono splendidi specie quello finale suonato da Sanborn ma l'assolo di basso elettrico è da sogno.nella terza traccia si accellera con un pezzo funky dal sapore rock, la tromba di Miles Davis fa la sua comparsa nel ritornello ma i toni romantici ritornano con la bellissima "The sun don't lie". "Scoop" rialza fin da subito il ritmo con il suo incalzante accompagnamento di slap, un pezzo funky orecchibbile ma anche ricco di idee dove sax e basso si divertono con le loro improvvisazioni. "Mr Pastorius" è un solo di basso della breve durata di un minuto e ventiquattro di grande intensità.
In "Funny", la raffinatezza dei primi brani si scontra col funky ritmato ed incalzante per dare vita ad un irresistibile brano meticcio dove la tromba, con il classico suono soffocato dalla cipolla è protagonista affiancata dal sax soprano. "Moons" è un pezzo fusion dal sapore molto jazz dove Miller oltre al basso si diverte anche a sfogare la sua creatività con il clarinetto basso che suona egregiamente. "Teen town" è un a cover dell'intricato solo di basso di Jaco Pastorius ai tempi dei weather reaport, ma qui Miller prediligie eseguirlo tutto di slap. "JUJU" è un pezzo funky malinconico ma anche molto bello dove stavolta sono i sassofonisti ad essere chiamati in causa nell'esecuzione del tema principale e nello splendido scambio di soli.
Si finisce con "the king is gone" dedicata a Miles Davis; ci troviamo di fronte a quello che è forse è il brano più bello di tutto il disco; il clarinetto suona il romanticissimo e malinconico tema accompagnato solo dalle tastiere come a voler dare addio un'ultima violta al grande maestro ormai decaduto, dopodicche basso e sax si scabiano i due assoli in pieno stile jazz; per finire il tema si ripete fino al malinconicissimo ed emozionante finale. Ho finito, consiglio vivamente a tutti veramente tutti coloro che amano la musica di ascoltare questo disco.
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