Mariano Apicella, il menestrello di corte, esordì sul mercato discografico italiano con "Meglio 'na canzone", album rivelatosi successivamente un flop anche nella terra d'origine di Apicella. Come ormai tutti sanno, i testi furono scritti in collaborazione con il Cavaliere Silvio Berlusconi e parlano di amore, nella maniera più melensa e patetica possibile utilizzando un registro stilistico desueto e scontato.

Particolarmente rappresentativa è un verso di "Ammore senza ammore" che recita così: "St'ammore senza ammore/ st'ammore comm'è amaro..." dove si può evincere che la parola "amore" è nominata ben tre volte inutilmente. Insomma queste canzoni di Apicella/Berlusconi sono talmente sdolcinate che l'ascoltatore rischia di divenire diabetico (oltre ad avere una nausea costante con vomito annesso per tutto l'ascolto). I testi appaiono, quindi, monotoni, banali, monocordi, piatti, decisamente inquietanti. Mentre la musica, invece, nella sua semplicità, ricorda le atmosfere capresi anni '60 ma, purtroppo, ogni canzone assomiglia palesemente alla successiva e alla precedente e questo dato non si può nasconderlo nemmeno ad un ascoltatore più disattento.

Ma, colpo di scena, in un album di 14 brani, che vagamente si rifà alla musica degli chansonnier del passato, basato su un registro melodico scontato, da piano-bar, emergono due brani che, sicuramente, raggiungono la mediocrità ovvero "Meglio 'na canzone" e "Senza te". "Meglio 'na canzone", nonostante sia prevedibile nel suo andamento musicale, è orecchiabile e canticchiabile per la sua melodia veloce, fresca, leggera che potrebbe essere benissimo adoperata in uno di quegli spettacoli teatrali di terz'ordine per over 50. Piccola curiosità: il titolo di questa canzone, che dà il titolo all'intero album, fu dato da Ignazio La Russa, durante una delle prime esibizioni di Apicella a corte. Mentre "Senza te" è la canzone "meno peggio" dell'intero album dove il susseguirsi di parole scontate che, ormai, nemmeno nelle moderne lettere d'amore vengono adoperate, viene supportato con stile da un sentito e ben suonato violino che salva, in maniera dignitosa, unalbum scadente sia a livello testuale, sia a livello musicale.

Quindi facendo un mero calcolo aritmetico e ponendo come ipotesi che 12 canzoni valgono 1 mentre le due sopra citate valgono 5, si può dedurre che questo lavoro di Apicella/Berlusconi vale 1,5714 che, arrotondato per difetto (in quanto, tra l'altro, questo cd è stato messo in vendita al modico prezzo di € 20,90), vuol dire 1.

Carico i commenti...  con calma