La Repubblica Dominicana, paradiso caraibico prediletto dagli italiani in vacanza, nella sua recente storia, come gran parte dei Paesi Latinoamericani, ha vissuto un periodo di dittatura militare. Tra il 1930 ed il 1961, infatti, il Paese è stato completamente alla mercè del generalìsimo Rafael Lèonidas Trujillo.
Mario Vargas Llosa, in poco meno di 500 pagine, ricostruisce, a suo modo, l'attentao in cui il Chivo (il Caprone) perde la vita e, attraverso numerosi flash-back e servendosi della vicenda personale della protagonista del romanzo, ricostruisce lo stato di polizia e il clima politico oppresso instaurato da Trujillo nel trentennio del suo dominio assoluto. Santo Domingo, all'epoca Ciudad Trujillo, ha venduto e corrotto i suoi uomini migliori e ha concesso lo stupro delle sue giovani vergini per placare la frustrazione sessuale del Chivo. Come tutte le dittature, anche quella dominicana era dominata dalla corruzione e dal potere assoluto, ma la sua caratteristica principale era la sua capacità di aver concentrato tutti gli aspetti della vita, dall'economia ai mezzi di comunicazione, nella figura dominante di Trujillo. Figura che usava il sesso come strumento di sottomissione: non solo divertimento, ma strumento per umiliare e mettere alla prova i suoi collaboratori. Concedere la propria donna, moglie, sorella o figlia che fosse, al Padre della Patria era per ogni dominicano motivo di orgoglio.
L'intero romanzo è incentrato su tre punti diversi sulla stessa vicenda: Urania Cabral, donna in carriera impegata presso la Banca Mondiale, che ha abbandonato Ciudad Trujillo quando era ancora un'adolescente, e che ritorna a Santo Domingo con il pretesto di far visita al padre ormai gravemente malato, incapace di muoversi ed esprimersi. E' una donna affermata Urania, e l'odio che cova nei confronti del suo Paese e del padre che, incondizionatamente sottomesso a Trujillo, sarà destituito dalla sua carica di Presidente del Senato non prima di aver dato prova della sua fedeltà al generalìsimo, danno al viaggio la connotazione di una resa dei conti con il passato ed i suoi ricordi, fino all'ultimo capitolo del libro, quando finalmente si comprenderà l'atteggiamento di Urania.
Oltre alla rievocazione dei ricordi di Urania, Vargas Llosa dedica parte del suo romanzo alla ricostruzione della quotidianetà del dittatore Trujillo, umanizzandolo attraverso i ricordi, le abitudini, le manie, le debolezze e la malattia nel periodo in cui tutto sta per crollargli addosso; ma l'autore segue anche i pensieri, i progetti, le speranze e le paure degli autori materiali dell'attentato al dittatore (l'uccisione di Trujillo, in effetti, è frutto della cospirazione della gerarchia dominicana), Antonio Imbert, Antonio de La Maza, Pedro Livio, Huàscar Tejeda, Estrella Sadhalà, Salvador ed Amadito, dalle motivazioni che hanno spinto questi uomini all'omicidio sino alle insopportabili torture seguite all'attentato del 30 maggio 1961. I capi militari che, morto il dittatore, dovevano costituire la giunta e democratizzare il Paese, infatti, fanno un passo indietro e, per cancellare le tracce della loro partecipazione alla cospirazione, danno inizio ad un periodo di persecuzione che porta a terribili torture ed, infine, all'assassinio delle persone coinvolte nel complotto.
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