E si! Ormai era partita. Mi aveva lasciato da solo, dopo due mesi di intensa passione, nel calore estivo di un campeggio. Non che fosse un addio, ci saremo rivisti, quando ancora non lo sapevo.

L'autunno poi, si avvicinava imperterrito, colorando con i suoi toni pastello la nostalgia per questa donna forse troppo diversa da me, ma con un qualcosa di profondamente familiare.

Diversa da me perché lontana dai miei raziocini intellettuali, del mio modo di programmarmi la vita, lontana nella sua genuina spontaneità. Però c'era un qualcosa fra le righe che mi diceva di abbracciare tutto questo e di seguirlo, di abbandonarmi e rischiare tutto.

Mi era rimasto di lei una maglietta, che esalava ancora il suo profumo e qualche musicassetta nel cui contenuto racchiudere i miei ricordi, le sensazioni che mi impregnavano il petto.
Fra queste una, con scritto "Marisa Monte" e null'altro, la quale sprigionava musiche bellissime, forse troppo diverse da me ma con un qualcosa di profondamente familiare.

Diverse da me perché lontane dai miei ascolti cervellotici e complicati, alla ricerca di sorprese e innovazioni musicali. Peró c'era qualcosa fra le note di profondamente familiare, uno strumento in particolare, il sax alto. E si! Io 'sto sax lo conosco, ma come puó essere?...

Il mistero venne risolto quando, aprendo il cd che posteriormente comprai, lessi con mia grande sorpresa che "Mais" uscito nel '91 fu prodotto da "Arto Lindsay", che a suo tempo conobbi e apprezzai soprattutto per il suo contributo nel magico primo album dei "Golden Palominos".
Arto, sparge in questa raffinata e semplice pietanza brasiliana, due dita di "Melvin Gibbs", qualche seme di "Marc Ribot" un tocco di "Ryuichi Sakamoto", un  pizzico di "John Zorn" (senza esagerare trattandosi di una spezia molto forte), una buona dose di "Naná Vasconcelos" e altre cosucce ancora.
Magicamente, con tutte queste spezie, l'essenza del piatto, non cambia, non viene compromessa la sua esoticità, viene solo arricchita rendendola carica di preziositá tutte da degustare. E bravo il nostro chef,  "Arto Lindsay"!

Dunque il mio palato, ops! Il mio udito non mi ingannava, era veramente di Zorn quel sax pernacchioso che in qualche momento si sente. E neppure il mio cuore si ingannava, nel far trasportare le mie emozioni su questo magico tappeto musicale, con la dolcezza e la forza di questa grande voce. Alcune canzoni di questo album sono composte dai suoi amici (Arnaldo Antunes, Nando Reis), altre sono tradizionali, una è di Caetano Veloso e una della stessa Marisa.

Primo album in studio. Grandi e dolci emozioni. Grandi musicisti. Grande esordio. Bravo Arto. Brava Marisa.

Carico i commenti... con calma