Chiunque si voglia addentrare nella lettura dei comics Marvel e DC deve inevitabilmente fare i conti con le decine di anni di continuity che pesano sulle storie. A complicare il tutto, in questi ultimi decenni sono proliferati dozzine di megacrossover con eventi che influiscono sull'assetto generale di un universo editoriale, e così, tra "Cris Infinita", "Crisi Finale", "Crisi Mortale", "Crisi Universale", "Vendicatori Segreti", "Vendicatori Divisi", "Vendicatori Riuniti", "Vendicatori Incazzati", il povero neofita non sa più che pesci prendere e si trova davanti a due scelte: aprire un mutuo per recuperare la montagna di roba da leggere o scaricare gratis dal web. O più semplicemente dedicarsi anima e corpo alla masturbazione reciproca con il suo amico, anche lui lettore di comics mancato.

La DC tentò nel 1985 una soluzione drastica, la celeberrima Crisis on Infinite Earths, mentre la più oculata Marvel si rinnovava un passo alla volta con i vari House of M e One More Day, che tuttavia hanno fatto storcere il naso a parecchi fans (i lettori americani sono fissati con la continuity: meglio di una donna nuda per loro).

Quindi si pensò, o meglio, Joe Quesada, Mark Millar e Brian Michael Bendis pensare che fosse meglio un progetto alternativo all'universo classico, che si potesse sviluppare senza andare a compromettere quanto già scritto in sessant'anni. E' così che nel 2000 nacque Ultimate Spiderman, che rinarrava dalle origini la vita di Peter Parker in modo da renderla più godibile per il lettore moderno.

Fu un successo incredibile di critica e pubblica e il marchio Ultimate si espanse a dismisura con Ultimate X-Men, Ultimate Fantastic Four e compagnia bella.

Ma tra tutte, la serie che verrà ricordata come un capolavoro inossidabile della letteratura sequenziale è senza ombra di dubbio "The Ultimates" (Vol. 1 e 2).

Scritta dall'eccelso Mark Millar e disegnata da Brian Hitch, la serie nasce come retelling dei Vendicatori: abbiamo dunque i personaggi che crediamo di conoscere da sempre. Solo che li vediamo in una luce del tutto diversa, analizzati nel profondo della loro psicologia.

Capitan America, il supersoldato creato dal governo per combattere i nazisti, è disperso nel 1945 durante una missione. Verrà riportato in vita sessant'anni dopo dallo stesso governo, rappresentato dal generale Fury (ispirato al gran figlio di puttana Samuel L. Jackson), per guidare un team di superumani nato per combattere le minacce di cui l'esercito normale non potrebbe occuparsi. Ma il buon vecchio Cap era l'emblema dell'America del passato, dove si andava a messa tutte le domeniche col vestito buono, dove i  bravi ragazzi facevano il militare e cantavano "The Star Spangled Banner" ancora convinti che significasse qualcosa, dove i dischi si ascoltavano in vinile. Il grande supersoldato si dovrà abituare, che gli piaccia o no alla nuova realtà; il suo più caro amico Bucky e la sua ex-fidanzata Gail sono ormai molto vecchi ma sono anche l'unico legame con il passato rimpianto di Cap dal quale non riesce a staccarsi.

Ma lui sa bene di essere un eroe, di dover essere un esempio per la nazione in cui è cresciuto, non importa quanta fatica gli costi. E giù allora, a capofitto nel suo nuovo incarico di agente governativo, accanto ad altri personaggi tutti da riscoprire: Iron Man, cioè il miliardario donnaiolo e ubriacone Tony Stark, deciso a diventare un eroe per fare qualcosa di buono prima di morire per un cancro al cervello; Henry e Janet Pym, coniugi scienziati ma con grandi problemi di coppia da risolvere che sfoceranno nella violenza; Thor, carismatico profeta no-global che sostiene di essere il figlio di Odino e allo stesso tempo tuona contro l'imperialismo statunitense, ma che si sospetta essere un folle ed infine, dulcis in fundo, Bruce Banner, scienziato sfigato, segnato dagli insuccessi e dagli scherni dei compagni, che trova nel mostro Hulk, violento, cannibale e addirittura maniaco sessuale la sua valvola di sfogo.

Nella prima serie, il gruppo si troverà affrontare un'invasione di alieni, responsabili delle Guerre Mondiali, e il cui capo è un vecchio nemico che Capitan America dovrà sconfiggere per tagliare simbolicamente col passato. Sembrano trovare un precario equilibrio, ma nella seconda serie gli eventi precipitano, emergono gli odi e i dissapori, Thor e Hulk toccano il fondo e i paesi come Francia, Russia e Germania organizzano una loro squadra di Ultimates guidati da Loki, dio delle menzogne e fratello di Thor. Per ogni protagonista ci sarà l'occasione di riscatto che cercavano da lungo tempo,

Il tono cinico e cupo della narrazione, il fine tratteggio psicologico riservato ai vivissimi personaggi che popolano le pagine di Ultimates, il coinvolgimento inevitabile del lettore e la sua identificazione anche con i personaggi meno nobili e le bellissime tavole di Brian Hitch, rendono "The Ultimates" una tra le migliori, se non la migliore, tra le pubblicazioni in casa Marvel

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