Alcuni film brillano grazie a soggetti che toccano corde universali, sceneggiature impeccabili e cinematografie mozzafiato. The Menu non è tra questi.

Parte come una satira sui ristoranti stellati, un tema ormai più logoro di un grembiule da cucina. Anche le nonne fanno battute su mini porzioni a 100 euro,e vuoi mettere gli spaghetti dei camionisti. Poi peggiora, trasformandosi in un delirio improbabile di rivendicazioni sociali. È una commedia? No, la satira qui ha meno mordente di un tirannosauro edentulo in pensione. Un thriller? Solo se l’idea di un risotto scotto vi manda in paranoia. Un horror? Certo, ma solo se ci riferiamo al film stesso, che fa rabbrividire… per le ragioni sbagliate.

Lo Chef Slowik, interpretato da Ralph Fiennes, doveva forse essere un genio perverso e tormentato. Invece sembra solo uno chef egocentrico che passa le notti a insultare clienti su TripAdvisor. Poi c’è Anya Taylor-Joy nei suoi elegantissimi e scarsissimi panni. La sua Margo è la misteriosa invitata del gastronomo strambo Tyler, con cui ha una relazione meno complicata di quanto sembri. E che il suo corpicino semi-anoressico appartenga all’eroina che sconfigge l’élite gastronomica è la gag più riuscita.

Gli altri commensali? Un menu di stereotipi: la critica gastronomica snob, la coppia ricca e annoiata, l’attore decaduto e tre uomini d’affari odiosi. Bloccati nell’opulento ristorante su un’isola deserta, restano inchiodati alle sedie come fossero scolpiti nel ghiaccio. Nel frattempo, lo chef sfoga la sua follia culinaria senza che nessuno osi alzarsi (forse per paura di ricevere un conto salatissimo). Solo Margo reagisce, incarnando il cliché woke quando ordina…rullo di tamburi: un cheeseburger! Sì, proprio lui: il cibo proletario che schiaccia l’arroganza culinaria dei ricchi. Un colpo di genio che, diciamolo, Un americano a Roma aveva già reso iconico quando Sordi attaccava i maccheroni con una passione autentica.

Nel terzo atto, il film precipita nel caos più grottesco. Il cheeseburger è solo l’antipasto di un banchetto indigesto, servito in un buffet di assurdità. Altro che degustazione raffinata: The Menu è solo un soufflé sgonfio che insulta lo spettatore con il solito cliché del 'Se non lo capisci, sei stupido: qui serviamo messaggi profondi.' Ma non potrebbe essere il contrario?

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