- I Live di Telespalla N°11 -

Se non fossi arrivato chissà per quanto tempo non si sarebbe parlato di te. Cara Masha, perché scrivere una recensione di un tuo concerto dopo 4 mesi? Sarà che non trovavo l'ispirazione ma una cosa te la devo confessare: le emozioni che mi hai concesso quella sera sono speciali, mi sono rimaste sulla pelle ancora adesso. L'unico che condivide con te questo privilegio si chiama Federico Fiumani. Trovati qualche suo testo e fattelo tradurre in tedesco. E' un poeta.

Ricordo ancora il Liò Bar, un posto che sa di spocchia e birre di merda. Ricordo la tua chitarra spigolosa e frizzante, ricordo chi ti stava accanto che si sentiva quasi in debito di suonare accanto ad una musicista del tuo calibro. Ricordo quei quattro stronzi ubriachi che ti hanno disturbato quando suonavi. Al tuo concerto ci ero venuto non sapendo tu chi fossi, con la curiosità di non averti mai conosciuto od ammirato. E' stata un'attrazione strana, istintiva e per questo ancora più bella. Guardai il gruppo spalla e mi diede una pessima impressione, gente che suonare non era cosa loro ma neanche stare al mondo. Insomma, un gruppo di merda.

Prima dell'inizio mi posiziono nel punto migliore: sopra la cassa che si trova accanto al palco. Ti vedo salire sul palco insieme a Norman, un bassista niente male, e agli "It's a Musical". Ti accompagnavano loro in quel viaggetto in Italia, chissà dov'erano i tuoi soliti compagni di viaggio. Mi guardo attorno e come al solito a cagarvi erano i soliti 20. Cominci a suonare, io resto lì a guardarti quasi ipnotizzato e vi applaudo continuamente. Sono veramente ammirato, mi piacete subito. Un fulmine a ciel sereno in un periodo di merda che compensavo con la scrittura. Intanto vai avanti, canzone dopo canzone, mentre i tuoi "turnisti" facevano un inchino ogni volta che io li applaudivo e li elogiavo. Purtroppo poi arriva quella scena, bruttissima. Arrivano lì, si mettono davanti a te. Provano a fregarti l'asta del microfono, "I Love You" ti dicono. Sono schifato ed amareggiato, chissà cosa avrai pensato del pubblico italiano. Dì lì a poco per fortuna arriva il bis e io ti vedo arrivare dal sola, incidere dei riff splendidi con la chitarra e tirare delle svisate con l'amplificatore bellissime.

Un dubbio me lo pongo: "perché è salita da sola? Gli altri erano così bravi." Non m'importa, ho bisogno di conoscerti e avere un tuo disco. Vado al banchetto dei CD e scopro una cosa bellissima: il vinile del disco nuovo costa solo 15 Euro. Non me lo faccio sfuggire. Prima di andarmene arrivi tu, sono rapito. Provo a pronunciare qualcosa in inglese, a scusarmi per quanto avvenuto e per ringraziarti per il concerto. Alla fine dico qualcosa di bellissimo nella sua sincerità: "I'm sorry for my bad english". Purtroppo non sono bravo con l'inglese come un'amica mia che mi manca tantissimo.

Quando torno a casa e rielaboro scopro informazioni importanti su di te, materiale che non conoscevo e che mi porta a scoprire il tuo passato musicale. Oggi ti adoro per quello che suoni, sei la mia colonna sonora da mesi e mesi. Ti voglio bene come difficilmente posso voler bene alla musica. Grazie... un ammiratore italiano.

Commento a margine e fuori dalla lettera: dalle foto che si trovano su Internet sembra così brutta. Credetemi che chi la fotografa è un imbecille. Ci sarà tempo per parlare della storia e degli altri dischi di Masha.

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