11/09/2001
Tutti sappiamo cos'è successo quel giorno... forse.
Oggi a distanza di quasi un decennio e a mente lucida, cosa ci ricordiamo di quei tragici eventi? Certamente non tutto, perchè la memoria tende a dimenticare episodi brutti e/o a sfuocare certi elementi. La memoria è la cosa più facile da manipolare... è solo una questione di tempo. E col tempo infatti, tutti ci siamo dimenticati di reportage specializzati e/o vicende che non quadravano, riducendo la nostra memoria ad una serie di 2/3 filmati esposti dal telegiornale... E questa è una cosa su cui tutti i potenti sanno farci i conti: i tragici eventi che si sono manifestati negli stadi italiani, i processi pendenti sulla testa di colui che ci sta governando, le stragi di Ustica, Bologna e Piazza Fontana (ancora segreti di stato) e, più in generale, su tutto. Certo è che nel caos più totale qualcuno ci abbia marciato sopra distorcendo quella che poteva essere la verità.
Il documentario in questione è una produzione italiana di "sottobanco" senza una grande pubblicità (quella la lasciamo per Boldi e DeSica che è meglio?) che tratta la questione in maniera atipica. O meglio come dovrebbe essere strutturato un documentario. Cosa alquanto rara ai nostri giorni in cui questo genere di film, lasciato quasi a marcire nel dimenticatorio, cerca di essere il più cinematografico e/o hollywoodiano possibile. Un paragone col "cugino" d'oltre oceano più blasonato, ma meno incisivo "Farenheit 9/11", è d'obbligo anche se forse leggermente azzardato.
Il vero punto forte del film di Mazzucco, risiede nella quasi totalità di cali di tono e, nell'esposizione continua di fatti che non incutono nello spettatore altro che dubbi e un'insana voglia di verità. Ciò che invece fa del film di Michael Moore un film discreto, ma nulla più, è appunto la manifestazione di ipotesi (confutabili?), che lasciano un sapore amaro di montatura o, comunque una puzza sotto il naso anormale. Inoltre tutto è condito da umorismo e critica anti-Bush che relega la visione ad un pubblico informato dei fatti. O meglio. Tende a far gustare di più la pellicola a coloro che si sono informati sull'accaduto e ai detrattori di George W. "Inganno globale" invece vuole informare lo spettatore senza fini secondari apparenti, rendendo il tutto accessibile a tutti.
In conclusione, tralasciando i proprio idealogismi e/o simpatie politiche in genere, questo è un film consigliato a tutti che lascerà l'amaro in bocca e una voglia di giustizia senza pari che disorienterà e lascerà il segno... Finchè il tempo non concederà alla memoria sprazzi di quello che è stato facendoci scordare questa inutile tragedia che rimarrà impunita per sempre.
PS: Per la cronaca 3000 morti. Per cosa?
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