Con "Easy to Love" (nome che prende il titolo dalla canzone omonima di Cole Porter presente nel disco), album der man de Roma Massimo Urbani e registrato negli studi AT Sonic della capitale nel Gennaio del 1987, ci si trova davanti ad un album bello, ma bello veramente, non solo nella discografia del sassofonista romano, ma anche in generale del panorama Jazz italiano

Suona dinamicoestroso, carico di furore, grazie a quattro delle espressioni più accattivanti del Jazz degli anni '80, molta della meglio gioventù di quegli anni: lo stesso Urbani a capo della brigata, Luca Flores al pianoforte, Furio di Castri (che con Urbani ha vissuto tante stagioni musicali, fin dall'arrivo a Roma di di Castri alla fine dei '70, e anche un'autentica amicizia terminata solo alla morte del musicista romano nel 1993) al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria sugli scudi, pronti ad esaltarsi tirando la volata al sublime contralto di Urbani.

"A Trane from the East" è uno degli originals maggiormente conosciuti usciti dalla penna di Urbani. Massimo era un musicista spettacolare, fantasioso, aveva da dire la sua, altri avrebbero quantomeno cercato di avvicinarsi allo stile di Trane per "tributarlo", poichè in questi casi si tratta di un discorso meramente tecnico. Massimo era strabiliante tecnica, ma era qualcosa di più, ovvero stato d'animo, ed ecco che ti cattura non la tecnica di Trane, ma la spiritualità, le suggestioni comunicate da quel suono da foresta pluviale all'alba, e toccata dai raggi del sole che penetrano la penombra della rigogliosa vegetazione. I quattro riescono a creare un clima musicale di primissimo livello, un autentico viaggio, una alchimia fuori dal comune, difficilmente riproducibile. Il disco è molto variegato, ed anche Furio di Castri si cimenta con la scrittura di un brano, in questo caso "Night Walk", una riflessiva ballata in cui le progressioni armoniche di Flores la fanno da padrone, e del resto Luca in ambiti del genere aveva pochi rivali. Massimo ritorna nelle vesti di autore con "I Got Rock", un pezzo ai confini (se non proprio sconfinato) del Jazz Rock e colpi Funky di di Castri al contrabbasso. Gatto è massiccio, assesta colpi che sono delle autentiche frustate. Flores è in stato di grazia, con il suo mood solo altamente in tensione. Anche questo pezzo ha avuto una discreta diffusione, anche perchè il tema lo si può sentire in un bellissimo intervista-documentario che Paolo Colangeli ha voluto dedicare al musicista capitolino: "Massimo Urbani nella Fabbrica Abbandonata", e disponibile su Youtube e di cui è altamente consigliata la visione. Altra perla è nelle note di "Star Eyes" sempre di Cole Porter, in cui Massimo e Luca sembrano passeggiare in Primavera con i loro strumenti. Chiudono i giochi la ballad "Good Morning Heartache" e "Three Little Woords", e li chiudo senza che si sia arrivati stanchi al traguardo, e questo grazie alla forza trainante delle cinque perle precedenti.

Che dirvi, compratelo, e rendete partecipi le vostre orecchie e il vostro intimo con questo gioiellino a nome di Massimo Urbani, uno che ci ha lasciato troppo, troppo, troppo presto, ma che fortuna ha comunque detto tanto.

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