Maledetti anni ottanta! Più li scacci più ti tornano addosso come un boomerang. Più li denigripiù ti crescono le spalline. Per parte mia ci ho rinunciato. Già da un po' ho smesso di sputare nel vassoio del Burghy (Buonanima) in cui mangiai in tempi non sospetti. La vocina dentro che fino a qualche anno fa perseverava nel volermi convincere che era tutto da buttare è morta per sempre.

Prendiamo per esempio "Whose side are you on?" (1984). Parafrasando un'epica battuta da cinematografo: chi salva un'estate salva un anno intero, sono costretto a prostrarmi mille e mille volte di fronte alla impudenza, alla paraculaggine di un LP che i suoi anni ottanta te li sbatte in faccia senza se  e senza ma, godendosi per giunta, lustro dopo lustro, i migliori soli della mia vita. Eh si perché da qualche tempo a questa parte, sotto un certo punto di vista, l'estate non l'aspetto... la temo!  Da quando ebbi rovinata un'intera stagione ad opera di un sedicente dogsitter svizzero, decisi che nulla avrebbe potuto più cogliere impreparato me o la mia attrezzatissima, decappottabile.

Così ora questo disco sta bellamente, anno su anno, assieme ad altre chincaglierie più o meno recenti, all'interno del mio cruscotto gongolandosi nel suo sempreverde sophisticpop  (questo il nome della scena inglese di cui facevano parte anche i primi  Ebtg, Sade, Working week, Style council ), pronto a soccorrermi quando approssima la tormenta (o tormentone che dir si voglia). Poiché è proprio sotto la luce del sole, senza trucchi e senza inganni  che il bizzarro trio stupì il pubblico inglese grazie al perfetto equilibrio con cui miscelò musica latina, jazz, e pop sintetico.

Attraverso una raffica di brani spacca mattonella il gruppo formato da Mark Reilly, Danny White e la cantante polacca Basia Trzetrzelewska sfornò un album più che frizzante e regalò all'universo almeno quattro evergreen ("Sneaking Out The Backdoor". "More Than I Can Bear", "Half A Minute", "Whose Side Are You On").

Peccato che la magia non si ripetè. Colpa di personalità troppo autocentrate, colpa di troppa poca lungimiranza, i Matt Bianco si persero e l'incanto che scaturì dalle splendide armonie vocali di Basia, della calda voce di Mark e dei ritmi del sole del backing group, svanì nel tempo di una stagione e di un album. Ancora oggi il progetto si dibatte in inutili acrobazie, fra accordi e disaccordi, reunion e fughe: Basia e Danny da una parte, Mark dall'altra lasciando a noi la scelta di decidere da che parte stare.

Whose side are you on? Per l'appunto.

Carico i commenti... con calma