Inutile girarci intorno: Disenchantment è una merda. E' un'opera di una tale insipida malevolenza che non merita neanche un cappello, un'introduzione, una cerimonialistica pantomima tipo l'incontro fra due giganti dell'intrattenimento come Netflix e Groening oppure l'atteso ritorno del team creativo dietro I Simpson e Futurama. Non merita neanche di starci nella stessa frase, insieme a quei due Capolavori Assoluti, figuriamoci azzardare un paragone. Disenchantment è una merda, esiste e non ci puoi fare un cazzo,ed è talmente mediocre e deludente da non fare neanche il giro completo e diventare intrattenimento trash involontario, come Illud Divinum Insanus insomma: è una merda e resta merda.

E' tutto sbagliato in Disenchantment: è sbagliata come commedia, perchè non azzecca una battuta che sia una, riuscendo a sbagliare ogni tipo di tempo comico, affogando ogni possibile situazione divertente in un mare di imbarazzo che al confronto gli ultimi Simpson diventano i Monthy Python, proponendoci un campionario di gag ancora ferme al 1990 (emblematica nella prima puntata la scena del cambio delle lettere su una torta per creare un insulto, cosa che neanche Bart fa più dal '93 almeno); è sbagliata come parodia dell'immaginario fantasy, perchè palesemente concepita da chi del fantasy non conosce che i clichè più banali, e qui si vede davvero la differenza con un'altra parodia come Futurama che invece trasmetteva in ogni suo fotogramma l'enorme amore per la Sci-Fi; è sbagliata la trama, scialba, quasi inesistente se non per un pugno di colpi di scena appiccicati con lo sputo nelle ultime puntate, talmente noiosa da rendere pesante anche una puntata singola; sbagliatissimi i personaggi, brutti, banalissimi, nati vecchi, senza un atomo di originalità, dalla principessa maschiaccia che si sbronza e non vuole fare la principessa (sul serio Matt? Dove cazzo hai vissuto negli ultimi venticinque anni? Dai su) all'elfo tontolone taroccato da Fry, passando per il demone Luci talmente copiato da Salem il gatto che ad un certo punto (praticamente subito) gli autori se ne sono proprio sbattuti il cazzo e hanno iniziato a farlo trattare dagli altri personaggi come un gatto.

Pessime addirittura le animazioni, e questo non era affatto prevedibile, visto l'alto budget disposto da Netflix: i movimenti sono lenti, goffi (contribuendo ad ammazzare ulteriormente il tempismo indispensabile alla comicità), al punto da ricordare i cartoni di trent'anni fa tipo He-Man. Esagero? Forse, ma neanche troppo. Il fatto è che ogni puntata è un calvario, dura mezz'ora di orologio ma due ore percepite, e scusate se è un difetto da poco quando si parla di una serie animata, soprattutto se viene dagli stessi autori di quei due show lì e dalla casa di produzione di Bojack Horseman. Un solo appunto sul doppiaggio originale, almeno questo decente, se non fosse che Nat Faxon nel doppiare l'elfo-tarocco-di-Fry ha talmente calcato la mano nel perculare l'accento di Olaf di Frozen da fare il giro e diventare scopiazzatura. Fosse solo questo, il problema.

Una bocciatura drammatica insomma, una delusione cocente non solo per chi si aspettava il Futurama della nostra epoca ma anche per chi aveva aspettative bassine (già dal trailer buttava male, va detto), e infatti è stato accolto con pernacchie e sputi da praticamente chiunque, eccezion fatta per il solito pugno di nerd pronto a difendere l'indifendibile, purchè sia marchiato Netflix. Naturalmente c'è già la seconda stagione in cantiere; per quanto mi riguarda, sono certo che fra un anno avrò di meglio da fare che buttare cinque ore per vedere se nel frattempo è migliorato; per esempio, una visita dal proctologo.

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