La mia ragazza abita a Tina, frazione di Vestignè; un posto minuscolo formato da poche case intorno ad una chiesa e puntellate tra i confini dei campi di granturco.
Ma questo non c'entra molto, anche se è sempre bello sottolineare le coincidenze come se avessimo scoperto chissà che.
Ciò che c'entra è che " 'Tina" è anche la fanzine online realizzata da Matteo B. Bianchi.
Una delle tante manifestazioni dell'attività di Bianchi che è anche: autore televisivo, così come lo è stato alla radio ("Dispenser" di Radio Due RAI), recensore ( su "Linus" Shorts (recensioni) e Laboratorio Esordienti (racconti) ) e scrittore di quattro romanzi.
Si possono trovare suoi articoli anche su "Rolling Stone" e su "D di Repubblica".
" 'Tina" possiede una forma editoriale, libera e priva di fronzoli, che è la manifestazione di una passione autentica.
Si tratta di una pubblicazione indipendente che non ha cadenza fissa, utilizza come grafica illustrativa comuni santini dagli sfondi cangianti e pubblica i racconti su esplicita richiesta di Bianchi e, occasionalmente e a seconda della qualità, scelti tra quelli che vengono inviati.
Anche se appartegono a geografie diverse la "Tina" di Vestignè e la " 'Tina" del web sono luoghi che amo sia per ciò che rappresentano simbolicamente sia per ciò che racchiudono.
Quindi ecco un'intervistina a Matteo B. Bianchi.
-Presentati, come ti chiami, quanti anni hai e di cosa ti occupi attualmente.
Sono Matteo B. Bianchi, ho quarantaquattro anni, sono scrittore e autore televisivo. A ottobre uscirà il mio nuovo romanzo, "Apocalisse A Domicilio" per l'editore Marsilio. Attualmente in tv lavoro come autore per il programma "Victor Victoria" su La7.
-La tua rivista è nata nel '96 giusto? Quali differenze trovi rispetto ad allora, in meglio e in peggio? Che difficoltà hai avuto?
La mia rivista " 'Tina" nasce come fanzine e solo in seguito si trasforma in rivista letteraria on line. La differenza principale rispetto agli inizi riguarda gli aspetti pratici: quando era cartacea implicava una dose di fatica manuale che oggi è scomparsa. Prima, oltre che occuparmi dei contenuti della rivista, dovevo anche fotocopiarla, pinzarla e spedirla. Ora, grazie all'aiuto di un collaboratore, che è un grafico web, mi basta selezionare i materiali e metterli in rete. Posso quindi concentrarmi totalmente sulla qualità dei racconti che pubblico e non sugli aspetti pratici.
Inoltre, da quando " 'Tina" è arrivata sul web, ho deciso che avrei ignorato il numero dei lettori che avrebbe potuto avere. Per questo sul sito c'è un falso counter, perennemente bloccato al numero uno. Voglio fare una rivista per il piacere di farlo, e continuare a tenere fede a questo proposito.
Non ho mai incontrato nessuna difficoltà nel fare la rivista perché è totalmente autoprodotta.
-Quali sono i tuoi autori preferiti, anzi che ami sul serio, tra i classici e contemporanei e perché?
Non leggo, quindi non amo affatto, i classici. Perché? Perché sono un contemporaneo. Sta succedendo troppo in questo momento perché possa illudermi di recuperare anche il passato. Preferisco concentrarmi sull'ora-e-adesso. Il mio artista preferito è John Waters (che è sia regista, che scrittore di saggi, che artista concettuale). Una sorta di spirito-guida, benché sia ancora vivissimo. Tra gil scrittori, amo molto Douglas Coupland, Jonathan Ames e gli autori pubblicarti dalla rivista americana McSweeney's (la mia rivista letteraria preferita al mondo).
-Sono usciti ventitrè numeri di " 'Tina": ognuno ha una media di cinque racconti circa. Hai scritto e scrivi recensioni. Inoltre hai scritto due commedie e diversi romanzi.
Quindi, che rapporto hai con la scrittura?
Un rapporto intenso e molto vivace. Passo le mie giornate sul laptop a scrivere, ma raramente della stessa cosa. Alterno recensioni, racconti, copioni televisivi, articoli di giornale, sceneggiature. Non riesco a concentrarmi su un singolo progetto, mi annoio. Devo cambiare spesso, possibilmente più volte anche durante la stessa giornata.
-Quali sono gli errori più comuni in cui imbatti quando leggi racconti di aspiranti scrittori?
L'ansia di dover spiegare troppo, di fornire una quantità eccessiva di informazioni subito.
Il consiglio principale che ripeto nei corsi di scrittura dove insegno è: "Fidatevi di più del lettore". Se in un racconto compare un personaggio, per chi lo legge è più interessante scoprire a poco a poco chi è e cosa fa, piuttosto che vedersi investito di notizie su di lui.
Una grande scrittrice americana, Grace Paley, diceva che la cosa più importante per un lettore è "non capire tutto". Lascia che il tuo racconto, o il tuo romanzo, generi curiosità nel lettore, che gli ponga delle domande, così al termine continuerà a pensarci.
-Che progetti hai per il futuro?
Dopo l'uscita del nuovo romanzo, nei mesi successivi pubblicherò diversi racconti, alcuni in antologie, altri in singole edizioni per piccoli editori. Sono passati quasi tre anni dal mio ultimo libro e non voglio più lasciar trascorrere un tempo così lungo restando in silenzio come autore.
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