Sale operatorie, obitori, cliniche psichiatriche e fabbriche disumanizzanti. Ma ache centri commerciali pieni di zombies e, non dimentichiamolo, quel maledetto "fabbricastronzi" chiamato TV.
Una società soggiogata dal capitale mercificante e dalla tecnica al suo servizio.
Un nuovo totalitarismo.
Qualcuno ha detto che la poesia è morta. Qualcun'altro ha affermato che Dio ha fatto la stessa fine.
Tutto vero.
Se vi metterete all'ascolto di questo affresco sonoro composto da Maurizio Bianchi, converrete con me.
Alle volte non basta uscire di casa per capire che il "no future" è più attuale ora che non nel lontano '77. In certi casi è necessario ascoltare la cacofonia e il rumore inumano per pervenire ad uno sprazzo di lucidità e ottenere, nel giro di poco tempo, una panoramica agghiacciante del non mondo in cui non viviamo. Vegetiamo e basta.
La copertina non è apologetica di alcunché. E' un richiamo esplicito alle atrocità del ventesimo secolo. Atrocità che, in un modo o nell'altro, continuano ad essere perpetrate.
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