"È stato un autentico piacere suonare con tre maestri, e suonare con loro le mie composizioni. Alcune di queste, da me particolarmente amate, aspettavano in un cassetto un'occasione come questa. Sono tutti temi ispirati ad autentiche impressioni e situazioni della vita reale. Il genere di storie che racconti a un barman, a notte fonda, quando sei su di giri".

Se poi queste storie le racconti assieme a Danilo Rea, Peter Erskine e Marc Johnson, capite come si possa tirar mattina in un batter d'occhio...

Archiviata l'avventura dei Lingomania, la più influente band italiana di jazz elettrico, nella quale ha militato gente come Enzo Pietropaoli, Roberto Gatto e Umberto Fiorentino, il sassofonista Maurizio Giammarco nel 1988 dà vita al suo progetto più ambizioso di sempre. Un quartetto da sogno, che affianca ai due giganti d'oltreocano un giovanissimo Danilo Rea, imberbe ma già dotato del suo fantastico repertorio di lirismi e felici intuizioni. Ascoltare il suo eccellente assolo in "No Spanish Night" per credere...

Giammarco è ingiustamente poco noto presso il grande pubblico, ma vanta una carriera pluridecennale. Vincitore di diversi referendum indetti dalle riviste "Musica Jazz" e "Fare Musica", è attualmente direttore artistico della Orchestra Jazz del Parco della Musica di Roma. Ha suonato con tutti i grandi, ha scritto per il cinema e per il teatro, ha collaborato nelle tournée e nelle incisioni di moltissimi artisti pop, tra cui Mina e Mia Martini.

Il suo sax tenore è influenzato da Rollins e Coltrane, mentre al soprano si sente maggiormente l'influenza di Shorter.

Il disco si apre con "Old Home", un brano che ben spiega cosa vuole esprimere Giammarco quando suona: "Quella miscela di intuizione, sano e distaccato relax che caratterizza la nostra musica, il jazz". Sarà anche sano relax, ma non dimentichiamoci che a bordo abbiamo una sezione ritmica di quelle che lasciano il segno... Per inquadrare la statura artistica di Marc Johnson, potrebbe essere sufficiente dire che è stato l'ultima bassista del grande Bill Evans. Un raffinato esteta del contrabbasso, cantabile, originale ed evocativo in assolo. Peter Erskine è un mostro di eclettismo, a suo agio sia con Weather Report che nel trio di John Abercrombie, passa con noncuranza dal velluto sui piatti alla dinamite nei tamburi. L'inarrivabile professionismo dei due fa sì che la loro presenza cada a pennello all'interno del progetto. Nessun problema di coesione tra Giammarco e Rea, che musicalmente parlando si conoscono come le loro tasche: la band parte subito in quarta, non lesina emozioni, voglia di suonare e divertirsi assieme.

Ecco dunque il seducente "Sky Walker", le boppistiche montagne russe di "End Of A Bop Affair", con un godibilissimo assolo stride di Rea. E ancora, Il canto spiegato del sax soprano in "Arboreal Code": superbo l'interplay con Rea, ancora una volta.

Il riversamento in CD lascia trasparire qualche pecca: la qualità del suono non è indimenticabile, e il conclusivo "Voce Vai Ver" è gradevole ma poco coeso con il resto del disco: sembra aggiunto solo per aggiungere minutaggio al CD rispetto al LP. La padovana Gala Records merita una grossissima tirata d'orecchie per il non adeguato trattamento riservato a questo piccolo gioiello, ma ancor di più per non aver incluso del booklet del CD le note originali che comparivano nel LP. Vi figurava una bellissima, struggente dedica dell'amico Daniele Formica a Giammarco. Dovremo fare di necessità virtù e concentrarci sulla musica...

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