Meg faceva parte, come voi tutti sapete, dei 99posse, e poi decise come tutti gli altri componenti del gruppo, di mollare la presa, e di iniziare una carriera solista ed individuale. Ma dov’è Meg in questa sua prima opera?? Ad essere sincero il debutto di Meg, è un ottimo esperimento, raccoglie tutto ciò che piace a Meg, e si sente con grande precisione ciò che l’ha ispirata nel tempo, è spesso un lavoro viscerale, e anche intenso e potente, raccoglie suoni ed emozioni da piccoli gesti e movimenti, e sa creare nuove sonorità e sensazioni, se non hai mai ascoltato nessun lavoro di Björk !

Se lo hai fatto tutto appare copiato, bello, potente, ma già sentito, “Sopravvivi” è l’esempio più clamoroso, sembra “Pluto” in tutto e per tutto con quella miscela potentissima, di Tecno/industrial, quella voce rabbiosa e sofferente e quel testo di 6 righe, ma se con “Pluto” Björk esprime perfettamente, la sua rabbia, quell’angoscia, quella voglia di esplodere e di non lasciare più traccia della sua umanità, Meg con “Sopravvivi” non esprime niente, una stupida filastrocca, fatta su rime scontate. Ed è così per molti altri pezzi dell’album, “Olio su tela” gioca su campanellini e beats elettronici e si confonderebbe benissimo in "Vespertine", “Elemento”, unisce perfettamente violini e suoni viscerali, molto simile a “Joga” sempre diBjörk ovviamente, per chi non lo sapesse...

Ma il vero problema di questo debutto, sono i testi, filastrocche, rime “perfettine”, e giochi di parola, che possono sembrare musicali ma non esprimono nulla, non lasciano nessuna emozione (almeno a me). Questo lavoro comunque non sarebbe da bocciare completamente, le 12 canzoni sono comunque un esperimento diverso nel panorama italiano, “Puzzle” è sicuramente la canzone più significativa, veloce e potente come lava si sviluppa senza un alcun tipo di disegno scritto, e vede una donna molto legata alla sua terra, che canta senza freno l’amore che la lega alla propria città, “Regno d’acqua” musicalmente coraggiosa e originale, si posa su rumori tipici del mare, onde che si scontrano sugli scogli, chele che schioccano, canti di sirene, e sabbia che si muove su una conchiglia, “Senza paura” discosta dall’atmosfera Björk iana per andare verso arrangiamenti brasiliani e con una struttura musicale decisamente italiana, “Invisible ink” è un bel swing, con testo in inglese, che si sviluppa sulla voce calda e amorevole di Meg, e appare originale e molto piacevole, con il contrabbasso che scandisce insieme al charleston tutta la canzone.

Insomma Meg, ha tutte le capacità per lasciare il segno, una bellissima voce, una delle più uniche in Italia, un’invidiabile maturità nella scrittura, che dovrebbe portare però verso testi maggiormente personali, e un bagaglio musicale non indifferente… speriamo alla prossima!

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