Per quale motivo Mel Gibson continua a fare film? Mi viene il sospetto che sia raccomandato da qualcuno. In alto, molto in alto. Si spiegherebbe dunque la sua "Passione di Cristo", film imbarazzante per non dire di peggio. Già, Mel Gibson. Tolti due film, il primo "Mad Max", "Gli anni spezzati" e "Arma letale" (il primo, non i successivi cloni), di questo americano muscoloso possiamo anche fare a meno. Eppure ce lo troviamo ancora fra i piedi, e la colpa è anche del pubblico. Quel pubblico che è accorso in massa per vedere i suoi film, in special modo "Braveheart", che è una ciofeca, ma che tutti elogiano come "enorme", "superbo", "grandioso", "spettacolare".

1. Randall Wallace, futuro regista de "La Maschera di Ferro", oltre che pessimo direttore d'attori è anche un pessimo sceneggiatore. E' lui che scrive "Braveheart" (insieme al socio Mel), e lo scrive malissimo. Perchè la storiella dopo mezz'ora non sta già più in piedi, diventa un continuo alternarsi tra scene di battaglia e frasi d'amore, ma Mel sfiora il ridicolo con quei baci sotto la pioggia con Sophie Marceau (che forse crede di stare ancora nel 1980 al "Tempo delle Mele"), con quelle frasettine tipo "non lasciarmi" o il più semplice e canonico "ti amo". Roba da romanzo Armony, sarà anche per questo che le donne sono andate in brodo di giuggiole?

2. Le scene di battaglia. Ora, si è detto che le scene di battaglia di questo film sono veri e propri capolavori di messa in scena. Ma qui si parla più per ignoranza storica che per reali conoscenze cinematografiche. E Mel sa a che pubblico deve parlare. Al pubblico che si accontenta, che crede di assistere ad un capolavoro di regia. Ma Mel è un furbacchione, è uno che si è studiato per bene tutte le scene di battaglia di film celebri, ed ha cercato di mescolarle insieme. Risultato? Un disastro. Perchè che Mel abbia preso appunti guardandosi "Alexander Nevsky" di Ejzenstein, il "Falstaff" di Orson Welles e "Lancillotto e Ginevra" di Bresson è chiaro, ed è altrettanto chiaro che Mel Gibson non è nè Ejzenstein, Welles e Bresson. Perchè, se quelle erano le più grandi scene di battaglia mai viste al cinema (veri e propri capolavori di regia, studiati fotogramma per fotogramma, con un respiro epico mostruoso), con "Braveheart" siamo di fronte allo sciommiottamento del grande cinema, alla scopiazzatura più spudorata, fatta ingoiare ad un pubblico evidentemente poco informato, che si è bevuto tutto.

3. La retorica scorre a fiumi, le ambizioni pure. Sull'indipendenza della Scozia si poteva dire qualsiasi cosa, ma si potevano evitare i luoghi comuni. Ma con Mel bisogna stare in campana. Ed ecco il finale, retorico per l'appunto. La morte in diretta, il sadismo perfetto, la straziante tortura finale (che già faceva presagire future sanguinolente vicende cristiane) che tanto è piaciuta al solito poco informato pubblico.

Perchè, a parte la poco dimestichezza nell'arte registica (ci sarebbe da scrivere per ore di come Mel non sia un regista, ma piuttosto un mediocre furbacchione, visto che le regie serie sono un altra cosa), ma com'è possibile intrattenere per venti minuti con torture di qualsiasi tipo lo spettatore? Ci vuole bravura, un certo mestiere, per creare il pathos, l'attesa. Nel "Cacciatore" di Michael Cimino, il grande regista americano riusciva a creare suspense ed emozione durante la celebre sequenza della roulette russa attraverso scientifici movimenti di camera, ma potrei citare mille altri esempi: Sergio Leone, l'Hitchcock di "Intrigo Internazionale", Kubrick. Mel Gibson non sa nemmeno cosa voglia dire mettersi a tavolino e studiare come girare una sequenza millisecondo per millisecondo, la sua è una visione registica elementare, rozza, superficiale. Il finale di "Braveheart" nè è un esempio lampante: non crea pathos, emozione, crea solo un pò di disagio nello spettatore (il solito trucchetto del "più faccio vedere la sofferenza più la gente soffre"), ma è un regredire, è un ignorare completamente sessant'anni di progressi registici. E, come giusta conclusione, la spada lanciata nel nulla tra il paesaggio scozzese: la stessa retorica hce utilizza Spielberg o affini quando mostrano sventolante la bandiera americana.

Poi, per carità, il film ha vinto 5 Oscar, il 90% di chi l'ha visto lo considera un capolavoro. Niente da dire. Ma tre considerazioni andavano fatte. Anche perchè sono ancora in molti a considerarlo un capolavoro. E poi, al solo pensiero che questo è il film preferito della Lega Nord, e che gli spot elettorali questi se li fanno copiando intere frasi dal film, mi vengono i brividi, al di là di qualsiasi considerazione registica.

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