Che l'attesissimo terzo album di Melanie Martinez alludesse nei testi alle sue travagliate esperienze personali negli ultimi anni, lo si poteva benissimo prevedere; ma la cantautrice newyorkese scavando più a fondo nel proprio abisso ci crea un alter ego misterioso che dai primi trailer pubblicati qualche mese fa faceva ben presagire la trama del progetto.


Similmente alle trovate della sua stimatissima Björk adottate per le ultime uscite (sia chiaro, le due artiste poco c'entrano l'una con le scelte musicali dell'altra), Martinez assume le sembianze di una creatura simil aliena che fuoriesce da un guscio. In realtà, ad album pubblicato, sarà più chiaro comprendere che trattasi di rinascita da una presunta morte. Una sorta di muta da essere umano a essere superiore.


Effettivamente calza il parallelismo con la morte, e il disco si apre proprio con Death rivelando una dichiarazione d'intenti ben precisa: continuare ad amare una persona cara nonostante l'abbandono alla vita (che può rappresentare nello specifico l'abbandono di un contesto sociale).
Tra i testi chiaramente autobiografici figurano le brutte esperienze relazionali in chiave simil alternative rock di Evil e di The Contortionist, che invece ha un arrangiamento pop molto teatrale e sfrutta maggiormente la metafora.


È la cosa migliore che la Martinez abbia prodotto ad oggi? Ovviamente la più adulta a seguito dei primi due episodi incentrati per ragioni anagrafiche su dinamiche tendenti all'adolescenziale. Portals soddisfa soprattutto chi proviene da quella schiera di fedelissimi che hanno vissuto Cry Baby e K-12 come una manna art pop dal cielo (li indico come fedelissimi e non credo di esagerare in base al palpabile supporto che l'artista riceve dal suo fandom).
L'hype generato da questa pubblicazione è stato parecchio, mi trovo a metà strada.

L'alone di mistero non serve più a nulla quando a rimanerti finisce la traccia più tradizionale del disco, ovvero Light Shower (che rappresenta anche lo sprazzo di luce in mezzo a tanta oscurità). Testo allusorio in certi momenti e sfacciato in altri ma comunque, in qualche modo, ottimista.


Prima di addentrarsi in Portals è necessario tenere a mente che si tratta di brani scritti da una personalità pop colorata e stravagante; per cogliere i sentimenti più puri è opportuno accettarne il delirio che fa da contorno.

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