Un'ora di treno, in coppia da Bologna a Firenze, per la mostra di Gustav Klimt a Palazzo Strozzi: la vista di tutta quella sensualità femminile a coinvolgerci profondamente, i nostri sguardi a tramutarsi in baci appassionati, incuranti della gente intorno quasi facessimo parte del programma. Infine il ritorno alla realtà tra le strade del centro storico non aveva spento tutti quei colori intermittenti nella mia mente, fin quando i miei occhi si posarono su un oggetto strategicamente esposto nella vetrina di Contempo, Improvvisamente il mio cervello fece BINGO e il mio portafogli si alleggerì di parecchio dopo che un commesso entrò in vetrina ad asportare quell'unica copia finita chiaramente nelle mie mani. Oggi aprendo questo cd giapponese di SWADDLING SONGS un piccolo adesivo sta ancora li' a suggellare l'evento, con data 3-4-1992, In 20 anni ha avuto centinaia di ascolti nel mio lettore, sostituendo con grande qualità di suono un vecchio nastro che non so neanche più dove sia.

Le origini di questo oscuro combo irlandese fanno pensare a una sorta di Sister Act rivisitato: gli anni '60, un convento di suore cattoliche, tre studentesse, poco più che bambine, affascinate dai nuovi suoni provenienti dalla radio, e le stesse suore a fare da primissime managers, fino a un contratto discografico vero e proprio che frutterà un unico singolo passato inosservato. Tutto sembra finire li' ma le piccole donne crescono, e due di loro si ritrovano, realizzando che la scintilla non si e' affatto spenta, e che i tempi sono quelli giusti per darsi un'altra chance. CLODAGH SIMONDS e ALISON WILLIAMS vengono affiancate al marito di quest'ultima, il chitarrista DAVID WILLIAMS, mentre la sezione ritmica si assesta definitivamente tempo dopo, con l'arrivo del bassista FRANK BOYLAN e il batterista WILLIAM MURRAY. Si accorge di loro la Decca, un po' a corto di materiale folk-rock nella propria scuderia, inserendoli giustamente nella sussidiaria DERAM e fornendo loro un banco di produzione diretto da DAVID HITCHCOCK (Caravan, in seguito Camel, Renaissance e Birth Control).  

Le registrazioni dell'unica opera del gruppo vengono effettuate negli studi Decca nel dicembre 1971 (stesso mese e anno di nascita della mia ragazza di allora...coincidenza?) con accurata selezione di un vasto repertorio scritto prevalentemente dalla Simonds al piano, i quali scarti saranno pubblicati nel 1996 dalla Kissing Spell a nome THE VIRGIN PROPHET. Per rendere l'idea del sound proposto, l'unico punto di riferimento potrebbe essere l'unico hit single dei Pentangle, LIGHT FLIGHT, a causa della voce femminile ma anche per l'atmosfera fiabesca e leggiadra, che esula da un contesto rigidamente folk

Dodici brani in formato canzone, la cui peculiarità sta nel rincorrersi delle voci e in un impasto strumentale spesso classicheggiante: la elisabettiana HEAVEN HEATH, intarsiata da un intenso clavicembalo, fa entrare con eleganza in questo mondo incantato, i dolcissimi tocchi di chitarra in SHEEP SEASON fuggono insieme al pianoforte fino all'arrivo di un candido mellotron in chiusura. La più compassata SILVERSONG cambia volto quando chitarra e viola spezzano la malinconia per un attimo meraviglioso. La voce della Simonds, piu' scura e dai toni zingareschi, e' predominante in THE POET AND THE WITCH, primo episodio a mostrare una certa duttilità ritmica, al contrario della Williams, che in MESSENGER BIRDS si lancia in ardite esplorazioni vocali, di purezza assoluta. DAN THE WING è vicina a un folk-rock piu' convenzionale, ma i fraseggi vocali e la spinta ritmica non lasciano tregua. Ci pensa REVEREND SISTERS a ricreare un' aura di magia introspettiva, in un testo che riporta le ragazze ai tempi della scuola e in un pianismo nel quale la Simonds e' signora e padrona dello strumento. Seguono tre episodi concatenati da un'allegra aria di festa: la band sembra davvero divertirsi in BREAK YOUR TOKEN, i maschietti danno anche una mano coralmente nel ritornello di BUY OR BEWARE (for the thirty-second time...i want no water with my wine e' esemplificativa!). VILE EXCESSES  prosegue sulla falsariga e prepara l'ultimo paio di botti: LONELY MAN, scritta molti anni prima in convento, è uno psych-pop-blues da autentico freak party, mentre BOULDERS ON MY GRAVE combina spontanee combinazioni vocali, partiture gitane su un incessante struttura ritmica a dare il commiato nel migliore dei modi.

In quello stesso '92 trovai una delle 300 copie della ristampa in vinile, regalandola a colei che non sa quanto possa valere adesso.

Ma è la bellezza di questo disco che non ha prezzo! 

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