Spiegatemi perché dovrebbe venirmi il mal di testa ad ascoltare un cd. Spiegatemi perché dopo neanche 5 minuti avrei tanto voluto chiudere il sito in cui era possibile ascoltare in streaming tutto "Lulu". E spiegatemi perché una collaborazione epica che vede protagonisti Lou Reed e i Metallica dovrebbe deludermi così tanto.

Prendete una tragedia teatrale scandalosa per una società perbenista come quella di inizio novecento, prendete una melodia martellante e ripetitiva e fatela durare per 3 o 5 minuti e, in alcuni casi, dilungatevi per 11 minuti. Aggiungeteci la voce fuori tempo e scordinata di un Lou Reed che ormai è già tanto se è riuscito a stare in piedi con il peso della chitarra addosso a "Che tempo che fa". E poi tirate le somme dopo esservi cibati l'epilogo dell'opera, "Junior Dad": 19 minuti circa di staticità coronati da una coda di archi trapanante e immobile di ben 8 minuti. Avete ottenuto il cd tanto atteso da entrambi i fan club.

Il risultato è deludente, non penso che l'orecchio umano sia pronto a questo oltraggio. Con tutto il rispetto per Lou Reed (non mi considero una sua fan accanita, ma è Storia del Rock anche lui) e per i Metallica (sempre più in discesa). So che se me li trovassi davanti di persona, reagirei peggio di come ha reagito Fabio Fazio il 13 novembre scorso (un incespicare di parole e la voce tremante per l'emozione). Molto probabilmente in tal caso io comincerei a strillare, strappandomi i capelli. Il passato non si dimentica.

Ma il lavoro del presente è scarso, manca di fantasia, non coinvolge come dovrebbe e sinceramente (tra le novità del mese di novembre) preferisco passare dalla parte del nemico: Mustaine and co. hanno tirato fuori dal forno un album degno di nota dall'inizio alla fine, un ottimo lavoro. Da tempo ormai i Metallica si fanno surclassare dai loro più acerrimi nemici, i Megadeth, forse essendo un po' consapevoli del fatto di star tirando fuori cagate su cagate: durante i concerti infatti propongono brani di quando i Metallica erano i Metallica (si pensi a "Jump In The Fire", si pensi a "Seek And Destroy", ai tempi di "Master Of Puppets" oppure a "One") e non ancora questo surrogato noioso (si pensi a "Death Magnetic", si pensi a "Unforgiven 3"). 

Non va, decisamente non va. Forse l'unico brano su 10 che si salva un po' (ma neanche tanto) è "Iced Honey", seppur anch'esso decisamente ripetitivo.

Tutto il resto è noia.

Tra l'altro io dico che impiegherò anni a cercare di capire cosa intende esattamente Hetfield nel primo estratto "The View" con la strofa epic win "I am the table".  

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