FRASE ZERO: Una produzione italiana perfetta, con nulla da invidiare a quelle più originali e moderne che spiccano nel panorama della musica alternativa “estera” di oggi.
Le mie orecchie se ne stanno compiacendo, come non mai, da qualche giorno.

PRE-PREMESSA: Scrivendo su debaser da un anno posso affermare con certezza che quest’album italiano (ripeto italiano…non mi sembra vero…) piacerà ad un buon 80% di recensori.
Metto la mano sul fuoco per i seguenti: Hal, josi, kosmogabri, loris, psychopompe, djd, vanamente.

PREMESSA: Prima di cercare di descrivere questa sorta di contorto produttore di suoni assurdi e melodie affumicate bisogna che vi dia alcuni punti di riferimento utili se volete mettervi a caccia del disco (dato che non sarà una caccia facile…).
Dietro la copertina c’è il logo della Point Of View Records (pointofviewrecords.com), quello della CNI, Compagnia Nuove Indye (cnimusic.it).

ANALISI GRAMMATICALE DELL’OPERA: Il disco è totalmente in inglese, eccezion fatta per la poesia finale (Sontuosa Dissoluzione) surreale e maledetta che chiude i 53 minuti di musica.
Volendo prendere il discorso alla lontana si può dire che qui dentro c’è tutto (ma proprio tutto credetemi…): Jazz, ballate acustiche, rock, folk, canzoni da circo, poesie, beat elettronici e musica etnica… praticamente non c’è un genere preciso che possa catalogare il tutto, racchiudendo e schematizzando la musica di Pai Nai.
Difatti il contenuto del disco va oltre il folkrossover dei Coral o la lunaticità sonora dei Gomez, riuscendo ad unire sonorità prettamente lo-fi ad altre che sembrano uscite dalle mani di Richard File e James Lavelle degli Unkle per poi quasi sfiorare una sorta di free jazz sassofonistico.
A fare da tappeto musicale di sottofondo alle canzoni, molte volte, sono strani rumori prodotti dalle drum machines del Lord alias Patrick Flabiano.
Altre volte sono gli orgasmi di una donna che urla come una assatanata a fare da cornice alla musica, o, come in Heroina Mon Amour(!), è un dj di una improbabile radio che manda affanculo apertamente i sui ascoltatori che chiamano in diretta richiedendo le canzoni di altri gruppi e non quelle dei Methel&Lord (un po’ quello che si era già sentito nell’ultimo disco dei Queens Of The Stone Age, solo che qui c’è l’interazione tra dj e radioascoltatore).
Ci si trova scaraventati da una sonorità ad un’altra con estrema facilità; melodie indiane congiunte a ritmi computerizzati, risate che si mescolano ad un basso penetrante che a sua volta cerca di appropriarsi di passaggi esclusivamente blues, prese per mano dalla rauca voce di Methel, alias Sergio Ferrari.
Il top!
Pronti per la caccia al disco?

Elenco e tracce

01   Untitled (00:00)

02   Black (00:00)

03   Sontuosa Dissoluzione (00:00)

04   Romanderground (00:00)

05   Pai Nai (00:00)

06   Pleasure To Kill (00:00)

07   Anathem (00:00)

08   Warwar (00:00)

09   Heroina Mon Amour (00:00)

10   Venedig '96 (The Cabernet Times) (00:00)

11   Il Censore (00:00)

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