Dopo quattro anni di attesa arriva l'ultimo album dei Metric, balzato già al primo posto della classifica College-Band di Canada e US. aspettavamo di capire dove sarebbero finiti i Metric dopo i precedenti 3 Album (tutti buoni) ed ora sappiamo tutto. Hanno abbassato il tono delle chitarre elettriche, aumentato l'uso del synth ed ecco qui un album che possiamo senza problemi affiancare ai primi lavori dei Garbage (quelli migliori, quindi). Per chi non li conoscesse ancora il confronto con Garbage viene anche dalla presenza della singer. Bella voce tra l'altro. Ai primi ascolti degli altri album l'immaginavo diversa. Fisicamente mi ha un po' deluso e non gli riconosco una presenza scenica adeguata alla bellezza dei pezzi. Nella interpretazione ha parecchio da imparare da Shirley Manson. Ma questo è un altro discorso. L'album comunque è veramente piacevole e si riascolta più volte. Da tenere in sottofondo mentre si fa dell'altro. I 45 estratti da questo album abbondano, siamo già a quota tre e potrebbero arrivarne altri.
Le impressioni d'ascolto: si sente parecchio il lavoro della produzione, che ha fatto bene nel dare al tutto un senso di compattezza sonora. Il produttore è lo stesso James Shaw, giutar man e co-leader del gruppo insieme alla singer Emily Haines. Per arrivare a questo effetto, Shaw mette in primo piano drums and bass e le chitarre e tastiere in appoggio. Nei precedenti album accadeva il contrario con il risaltare delle guitars. Il suono era pìù frammentato ma forse anche meno prevedibile. Non vuole essere una critica aperta a "Fantasies", il disco è veramente buono, diciamo che è solo la constatazione di una correzione di rotta. L'album scorre quindi con linearità come fosse un lungo medley pop. Il livello dei pezzi e sempre buono con qualche punta che emerge sul resto dei pezzi. Ma quello che si apprezza di più è proprio il senso di continuità e omogeneità del tutto. I Metric ne vengono fuori come gli alfieri del pop-rock anno 2009.
Buon ascolto. Alext
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