Largo ai giovani e la loro incessante opera di modernizzazione della drum and bass, con strizzata d'occhio gigante al mainstream. Come al solito sono sempre o quasi inglesi, come il nostro Tom Mundell, aka Metrik, vecchia conoscenza della Viper Records, ma che ormai da anni incide per la Hospital. Mentre aspettiamo tutti con trepidazione il nuovo parto di Reso (ammesso sia in produzione), ci accontentiamo anche di questo Life/Thrills, ultimo album di Tom che rispetto al precedente spinge al limite l'aspetto cromatico della produzione. L'intento è quello di proporre una dnb per giovani con forti sfumature pop e una naturale disposizione alla melodia e la liquid, il tutto in un disco dal gusto decisamente estivo e ludico.

L'apertura è anche il brano migliore del disco grazie a un'idea effettivamente geniale: Hi! è una sorta di soundtrack immaginaria di Ridge Racer, il famoso videogame di Namco che si contraddistingueva per le sue roboanti musiche in salsa japan rave. L'operazione è super interessante e Metrik sa gestire con maestria le carte, mantenendo un equilibrio tra modernizzazione e nostalgia. L'intro con chiaro omaggio a Pac-Man lancia subito un esaltante universo di colori adattato alle regole della drum and bass, laser in bitmap, tappeti super melodici e vocine jappe processate qun po' ovunque. Divertentissima, tutta da giocare e da ascoltare fino alla fine, c'è anche spazio per un bridge sorprendentemente creativo, dove il nostro improvvisa addirittura un assolo di synth. La successiva Chasing Sunrise è una sorta di seconda parte, introdotta da linea di piano e un cantato da piano bar di Elisabeth Troy, ma ben presto si precipita in un mosaico di drums molto vicino alla liquid, e tantissima melodia. Gli episodi successivi sono parecchio più convenzionali (e minori), come Life/Thrills, brano che dà il nome al disco e risulta diviso in due parti ben distinte: nella prima si salta tutti sulle sospensioni di una hip hop supergiovane, urletti e linee vocali gentilmente fornite da NAMGAWD. La seconda parte recupera la stessa formula accelerando il ritmo. Worldwide prepara i dreadlock e cantato ragga per la solita festa jungle dnb in spiaggia (ma curiosamente il disco è uscito a ottobre), nulla da far gridare al miracolo, siamo in pieno campo filler, ma con tanta competenza.

Electric Echo è una sorta di collegamento al precedente album, apertura con cantato pop ed esplosione drums con una linea synth guida molto piacevole, belli e puliti i suoni, tutto molto catchy ed accessibile, ti fa battere il piede mentre sorseggi un vodka lemon. La successiva Northern Lights è un altro degli highlight dell'album, con dei richiami piuttosto evidenti a Fred V & Grafix. Un po' fastidioso il campione vocale, ma i synth sono costruiti decisamente bene e sono appoggiati da una buona melodia. Fatso e Western Jam sono invece gli episodi un po' più cattivelli, che servono a Mundell a far capire le sue origini. Alta velocità, bassline più ruvide e snare metallici, ma la sensazione è che questo campo faccia ormai parte del passato. Penggemar recupera subito il discorso melodia e sole in pieno volto, chiudendo anche l'album con una nota decisamente positiva. La parte melodica è indubbiamente riuscita, ma Mundell arricchisce con alcuni assoli in synth che si riagganciano al brano iniziale, un pezzo senza scivoloni che si ascolta dall'inizio alla fine.

Metrik si dimostra ormai una delle punte di diamanti della Hospital, sicuramente un gran bell'acquisto, grazie alla sua personale visione melodica e accessibile della dnb. Questo Life/Thrills è in definitiva un episodio che dimostra miglioramenti dal precedente Universal Language, con collaborazioni proficue e qualche pezzo decisamente azeccato (la videoludica Hi! su tutti).

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