CRICHTON PRIMA DI ESSERE CRICHTON
Da qualche parte uno scrittore di successo deve pur aver cominciato e questo di «In caso di Necessità» è ancora un Michael Crichton in fase di rodaggio, che scrive sotto lo pseudonimo di Jeffrey Hudson.
È un giallo, ma non è un poliziesco (l’indagine è condotta da un medico che si improvvisa investigatore per aiutare un amico-collega) e come ci proporrà in seguito nei suoi lavori “adulti” Crichton dipana la storia attorno ad un quesito morale, in questo caso la liceità dell’aborto volontario senza fini di lucro. Al suo merito di scritto va detto che non cerca di imporre al lettore il proprio punto di vista, ma lo lascia in un certo senso “libero” di formarsi il proprio giudizio, il che è un pregio di non poco conto.
Quanto al romanzo in sé, partendo dalla premessa che si tratta comunque di un’opera giovanile, oltre che di un medical-thriller, non è proprio immune da difetti: un po’ macchinoso lo svolgimento dell’ingranaggio, un po’ troppo dettagliata certa refertazione medico legale e un po’ troppo sbrigativa la conclusione. D’altra parte qui Jeffrey Hudson non è ancora diventato Michael Crichton, ha 26 anni ed è solo uno studente di medicina: meglio dunque accontentarsi del buono che ci dà una trama complessivamente ben concepita con i giusti colpi di scena e sorretta da dialoghi sempre ficcanti. Considerando che l’accusato è un medico di origine cinese, alla riflessione sul tema etico principale si affianca un filone secondario ma non irrilevante di critica verso all’upper class perbenista e razzista, che ovviamente va oltre la sua localizzazione bostoniana. Insomma, in attesa di Jurassic Park qui c’è già il segno di un grande scrittore popolare.
Carico i commenti... con calma