"History", ovvero la storia. Quella che si conclude per il re del pop.

Un doppio cd che, come recita la copertina, tratta del passato, del presente e del futuro (quest’ultimo in realtà si rivelerà avaro di colpi di genio). Il primo disco presenta una raccolta di successi del nostro: brani che hanno fatto la storia del videoclip ma anche (e soprattutto) la storia del pop mondiale. Sono brani talmente noti, talmente insiti nel nostro DNA musicale (o almeno così dovrebbe essere) che non c’è nemmeno il bisogno di descriverli o di provare a farlo.

Il secondo disco sarà invece oggetto di questa recensione. "History" accende i primi fuochi con “Scream” brano aggressivo e potente dove Michael duetta con la sorella Janet. “Screame“ è stato inoltre uno dei video più costosi della storia della musica… Un gruppetto di bambini intona a cappella un canto: “They don’ t care about us” inizia così per poi cambiare radicalmente con voci radiofoniche di sottofondo che creano un’atmosfera anche qui violenta e coinvolgente. La prima vera perla del disco è però “Stranger in Moskow” uno dei migliori brani di Jacko: parte lenta, lentissima con una pioggia battente e inesorabile che dà vita a una ballata composta di linee melodiche da paura. Da ascoltare a occhi chiusi circondati dal buio. La storia prosegue con “This time around” che ricalca le precedenti atmosfere danzerecce e incazzose del buon Michael condite anche qui da un’ottima base melodica. La prima vera ballata è “Heart Song” che inizia con un pianoforte lontano e struggente a cui si aggiunge un’interpretazione vocale strappalacrime, piano piano però la canzone cresce fino a esplodere con le urla di Jacko che duetta con il coro (grande interpretazione anche di quest’ultimo).

D.s.” è praticamente la “Black or white” del nuovo corso e manco a farlo apposta pecca di originalità. Si passa alla settima traccia “Money” dove il cantato di M.J. e quasi sussurrato ma non per questo si dimostra carico di pathos ed energia. Il brano successivo altro non è che una cover dei Beatles ovvero “Come together” (non dimentichiamo che Jackson qualche tempo prima aveva acquistato quasi tutti i diritti delle canzoni del quartetto di Liverpool). “You are not alone” è un brano dolce, quasi una ninna nanna, che eleva il livello generale dell’album. A questo pezzo calmo e struggente ne segue un altro, ovvero Childhood (che verrà poi utilizzata nel film “Free Willy 2”) dove MJ prende le distanze da alcune accuse di pedofilia che già all’epoca iniziavano a circolare nei suoi confronti (Before you judge me, try hard to love me, look within your heart, then ask: have you seen my childhood?). I successivi due brani sono: “Tabloid junkie” e “2 bad” e si caratterizzano per la loro ballabilità e per la rabbia con cui vengono cantate. La title-track invece si dimostra troppo pomposa e vale praticamente poco. Chiudono il lotto due brani molto malinconici: “Little Susie” e “Smile”.

Per concludere alcuni numeri: la Sony ha investito 40 milioni di dollari per realizzare il disco; sono state costruite 4 statue per l’uscita del disco una messa a Londra, una a New York, una a Hollywood e una messa sul palco dell’History Tour; sono stati estratti sette (!!) singoli; l’album ha venduto 36 milioni di copie.

Carico i commenti...  con calma