Da autentico smanettone DeBaseriano qual sono, rileggevo l'ottima rece di Francescobus di "Get The Knack" dei The Knack, appunto. Ve li ricordate? No? Perlomeno non dal nome, ma se vi accennassi di una ragazza, una certa Sharona...? A fine lettura, pensavo pressappoco così: c'è stato qualcosa, più recentemente, che somigliò a questa band? Una band senza troppe pretese che indovinò un singolo? Una band con un singolo così famoso, ma così famoso, che valesse quanto un intero greatest hits, magari anche doppio? Celebre per quella canzone, e poi basta? No, non le one shot bands degli eighties, ma qualcosa che avesse del rock, o delle pretese di rock (o che millantasse di suonarlo)? Alzatomi senza idee, passo in soggiorno... Inaspettatamente, lo sguardo si sofferma sulla vetrinetta dei liquori... No, non sono un alcolizzato, anzi dopo un decennio di stravizi sto (pericolosamente) deviando verso l'astemia più totale (che vita di merda!).
I Michael Learns To Rock, sebbene con tutti i distinguo, con la loro "Someday", sono quanto di più simile ai The Knack sia giunto alle orecchie di questa creatura, oramai pressoché astemia, negli ultimi quindici anni. Il nome già tradisce una millantata (e quando dico millantata intendo non veritiera) appartenenza al "popolo rock", un po' come a suo tempo fecero i Tazenda fans di Ramazzotti e Vasco Rossi. Nel 1995, questo quartetto di bei ragazzotti danesi, tira fuori il terzo disco. Nei precedenti due, a onor del vero, gli esiti in termini di vendite furono più che incoraggianti, soprattutto nel centro-nord Europa ed in Asia (!). Di conseguenza, al terzo disco, si era oramai giunti al "momento dello sbarco", dell'assalto al mercato della discografica mondiale. E si presentarono bene, con il celebre brano "Someday", che ricordo le radio italiche promossero e programmarono alla grande, e che finì per fare il giro di mezzo mondo (Sudafrica a parte, quello non anglosassone).
Trattasi, per chi non l'avesse mai sentita, cioè per chi non possiede il televisore, di una solida ballad pop-rock con un cantato dignitoso e discrete parti di chitarra elettrica non invasiva. Bei controcanti nei ritornelli e tracce di chill nelle strofe. Buona tutta, special e solo di chitarra inclusi. Nel 1995, il "popolo grunge", del quale ero parte integrante, sputò e scatarrò abbondantemente fuori dal finestrino della punto ad ogni suo passaggio radiofonico, ma a distanza di dodici anni se ne può finalmente e distaccatamente apprezzare la struttura senza pecche e i buoni arrangiamenti, nonché una linea melodica sprovvista di defaillances. Dagli indizi di quel brano, ci s'immagina un cd di una band di rock classico, che non inventa nulla ma che perlomeno ci mette tanta buona volontà...
Ed invece melodia allo stato puro, con ballate anacronistiche anche nel fu 1995, come "That's Why (You Go Away)" clonata da Christopher Cross, oppure "How Many Years" uguale a cento canzoni di natale. Per non parlare di "You'll Never Know", dal sound (e qualcosina di più) simile a "Time After Time" di Cyndi Lauper. Molti retaggi anni '80 nelle keys e negli arrangiamenti, la voce di Jascha Richter è più simile a quella di Nick Carter che a Brian Adams. Nel suo complesso, sembra il prodotto di una boy band, con l'aggiunta di un producer discreto. Più interessanti (ma solo pochino) l'iniziale "Breaking The Rules", rockettino, e "Judgement Day", dalle passabili ritmiche marziali vanificate dal solito ritornello per adolescenti brufolose.
I ragazzi, tutto sommato, hanno delle qualità discrete, suonano senza sbavature e fanno bei coretti, ma peccano di fantasia e soprattutto di volontà. A differenza di ciò che fu in "Get The Knack", nessuna traccia di "gemme sommerse" (per citare ancora l'amico Francescobus), né di immediatezza e genuinità, tanto nell'approccio alla sala d'incisione quanto in quello al pentagramma... Tutto è scritto ed inciso in modo sciatto; tutto è depurato e filtrato; perdipiù tutto è stato fatto (composto) in modo tale da esser reso facilmente depurabile. E, di conseguenza, il prodotto finale è si potabilissimo ed alla portata di tutti (e di tutte le orecchie) come l'acqua, ma come l'acqua è incolore, inodore ed insapore. Eccezion fatta per la zuccherosa (ma "amara") "Someday".
Destino del singolo a parte, l'album flopperà nell'Europa anglosassone, da sempre piuttosto scettica verso i "non madrelingua", così come nel bacino mediterraneo. E fin lì tutto regolare: italiani, francesi e spagnoli hanno i propri, di neomelodici! Ovviamente resisterà lo zoccolo duro in patria, mentre "Played On Pepper" sbancherà alla grande in Asia... Da lì in poi gli svogliatissimi Michele Impara A ... non ce la faccio a pronunciare quella parola in questo contesto, scusatemi ma per me ha ancora un valore ... dimostreranno d'essere ancor più svogliati e, piuttosto che tirar fuori un disco decente, che perlomeno possa attrarre qualche critica positiva in attesa di miglior successo economico in Europa, abbandoneranno il "mercato comunitario" per dedicarsi, dall'anno successivo in poi, alla Danimarca, al centro-sud Asia nonché al Sudafrica ed all'estremo oriente. Un po' come i nostri cantanti, che vendono in sudamerica dieci volte che in patria... Solo che a differenza dei nostri, i M.L.T.R. non devono tradurre i loro brano in cinese, in giapponese, in thailandese ecc., mentre Pausini & co. devono farsi tradurre i testi in spagnolo da un impiegato probabilmente assunto con la mansione di "traduttore in spagnolo di testi di brani di cantanti neomelodici", con contratto a progetto e licenziamento a fine progetto, ovvero a fine traduzione. Ma tant'è...
E' andata così, è andata che l'Asia sogna l'America, mentre qualche furbo gli rifila quattro danesi che parlano e cantano in inglese. E' come quando a carnevale ci sono le ballerine di samba, e sono le prostitute nigeriane che battono alla litoranea... Effettivamente, ad un concerto dei danesi che cantano in inglese, anche un "singaporese" può sognare di essere americano. Se Singapore, per i Michael Learns To Rock, è l'America, allora può essere che, per una folla asiatica, questi quattro scanazzati danesi siano la musica americana! Il Rock!!!
Elenco tracce testi e video
02 Someday (03:51)
In my search for freedom
and peace of mind
I've left the memories behind
Wanna start a new life
but it seems to be rather absurd
when I know the truth
is that I always think of you
Chorus:
Someday someway
together we will be baby
I will take and you will take your time
We'll wait for our fate
cos' nobody owns us baby
We can shake we can shake the rock
Try to throw the picture out of my mind
try to leave the memories behind
Here by the ocean
wave's carry voices from you
Do you know the truth
I am thinking of you too
Chorus:
Someday someway
together we will be baby...
The love we had together
just fades away in time
And now you've got your own world
and I guess I've got mine
But the passion that you planted
in the middle of my heart
is a passion that will never stop
07 How Many Hours (04:43)
Title: How many hours
Artist: Michael Learns To Rock
Mothers giving birth to a little son
crying in the rain of falling bombs
Father he is young but deep and wise
You see the fighter inside his eyes
Hold me cover my sight
This is no paradise
Don't show me
the evil sides of the world
Chorus:
How many hours and how many days
love is just slipping away
How many seasons and how many years
in tears
How many centuries and how many lives in fear
People selling flowers like nothing's going on
turning their backs on a world gone wrong
Children play around I guess they found some wheels
You see them running down the naked fields
Hold me cover my sight
This is no paradise
Don't show me
the evil sides of the world
Chorus:
How many hours and how many days
love is just slipping away
How many seasons and how many years
in tears
How many centuries and how many lives
in fear
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