E' possibile immaginare due generi musicali tanto distinti ed antitetici come Heavy Metal e New Age? E' noto il caso di qualche musicista, tanto versatile, ma anche un po' schizofrenico, capace di coniugarli in un unico disco? La risposta è sì, e il personaggio in questione è il bassista Michael Manring, in "Thonk", lavoro del 1994.

Michael Manring è stato a lungo il bassista ufficiale dell'etichetta Windham Hill, una label legata al fenomeno musicale che si è sviluppato e ha conosciuto massima risonanza (e vendite) alle fine degli anni '80, conosciuto sotto il nome di "New Age Music".

Da un disco New Age ci si aspetta prevalentemente una musica acustica ricca di sonorità cristalline, rilassate, evocative, ma (con le debite, sacrosante eccezioni) innocua e noiosetta. Ed in effetti questo è lo stile dei primi tre lavori solisti di Manring per la Windham Hill. Una militanza che se da un lato gli ha consentito di raggiungere una certa fama, dall'altro lo ha penalizzato dal punto di vista dell'immagine, relegandolo al ruolo di "Jaco Pastorius della New Age". Definizione riduttiva, dato che il nostro (che è stato effettivamente allievo di Pastorius) è forse il più grande innovatore e sperimentatore del basso elettrico degli ultimi vent'anni: velocità impressionante (ça va sans dire), tecniche di tapping, geniale uso degli armonici, cambi di accordatura "al volo" - a volte decine di cambi di accordatura all'interno dello stesso brano, tanto che Manring si è fatto costruire apposta un basso adatto a questo tipo di complesse acrobazie.

Ad un certo punto della sua carriera, dimostrando una notevole versatilità, collabora con musicisti di estrazione Heavy Metal, fondando il gruppo degli Attention Deficit, con Alex Skolnick e Tim Alexander, pubblicando un paio di interessanti lavori di Alternative Rock. "It's always music", risponderà serenamente a chi rimane interdetto da un simile "doppio salto mortale" stilistico.

"Thonk" è un disco che riassume tutte queste tendenze, e bisogna riconoscere l'intelligenza e l'apertura della Windham Hill, che non nega al bassista di realizzare un lavoro tanto distante dalle sue precedenti produzioni. L'incauto ascoltatore di New Age potrebbe avere una brutta sorpresa infilando il dischetto nel lettore e venendo travolto, fin dalle prime note del CD, da un tiratissimo fraseggio chitarristico che vira decisamente verso l'Hard Rock. Alex Skolnick dei Testament e Steve Morse (al tempo nei Deep Purple) che duellano tra loro in brani molto curati, carichi di tensione ma oltremodo godibili anche da chi - come me - non è proprio un fanatico del genere. Molto spazio al basso solista, coniugato in tutte le sue possibili varianti dallo smisurato virtuosismo del leader, mai fine a se stesso, ma espressione di una felice musicalità. Da rimanere a bocca aperta: "Monkey Businessman", autentica vetrina di squisitezze bassistiche, "My Three Moons", tre bassi suonati assieme, con una tecnica "circolare" a creare un raffinato intreccio polifonico (per i curiosi, c'è un bel video esplicativo su youtube). E poi i brani in gruppo, con le chitarre dei due sopracitati campioni a gareggiare sull'assolo più veloce e grintoso. Tanta tecnica, ma anche tanta energia, tanto divertimento, atmosfere che talvolta sfociano nella fusion ("On A Day Of Many Angels"), talvolta ricordano il progressive ("Cruel And Unusual", "You Offered Only Parabolas").

Un disco che tutti i bassisti dovrebbero avere, ma che si lascia ascoltare con piacere anche dai non addetti ai lavori, grazie appunto alla grande musicalità di Manring che sa far "cantare" il suo basso come pochi altri al mondo.

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