“Clear” si traduce primariamente in chiaro, pulito, ma qui assume il secondario significato di sobrio. Una condizione questa che il frontman dei canadesi Saga aveva perso da tantissimi anni, da fine ottanta, riuscendo in qualche modo a gestirla all’interno del gruppo ma naturalmente compromettendo ispirazione artistica, affetti e amicizie, come sempre succede in questi casi. Nel 2004, a cinquant’anni, si sente nuovamente e definitivamente in possesso della sua lucidità e salute e lo annuncia ai quattro venti in quest’opera solista.
Musicalmente, grazie alla notevole personalità del suo stile vocale e del suo modo di sviluppare le melodie, si resta dalle parti dei Saga, però più “poveri”: nel senso che mancano i contributi decisivi dei fuoriclasse che spalleggiano Sadler in quel gruppo, vale a dire il produttore e compositore Jim Chricton (basso e tastiere), il funambolico Ian Chricton (chitarre) e il virtuoso Jim Gilmour (tastiere).
Cosicché “Clear” risulta piacevole, ben fatto, ma scarsamente memorabile. Nessuno dei suoi dodici episodi svetta particolarmente. Per chi non conosce il mondo Saga può magari suonare come un ottimo disco… per quelli come me che da quarant’anni e più corrono dietro alla carriera di questo sublime quintetto, beneficiati e talora non meno che entusiasmati in un gran numero di occasioni (parliamo di quasi venticinque album in studio!), si resta un poco scontenti.
Amen, è evidente a questo punto come Sadler nell’economia del suo gruppo sia indispensabile, ma non autosufficiente. Per raggiungere l’eccellenza Saga serve la squadra, il team. Le “punte”, le pregevolezze della formazione sono svariate, e variegate: servono tutte per compiere la meraviglia.
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