Impossibile è niente. Impossibile non è una regola, è una sfida. Lo ha detto un tizio che ha cominciato a tirare di boxe perché gli avevano rubato la bicicletta ed è diventato il campione del mondo dei pesi massimi, il più grande di tutti i tempi.
Che impossibile è niente doveva saperlo molto bene fin da bambino anche Michel. Il padre gli aveva regalato un pianoforte di plastica quando a quattro anni aveva visto in televisione una esibizione del “Duke” e ne era rimasto folgorato. Distrusse a martellate il pianoforte giocattolo. Ne voleva uno vero. Il padre, da bravo chitarrista jazz, gli comprò un vero pianoforte.
Così comincia la leggenda del “pianista di vetro” Michel Petrucciani, affetto dalla malattia congenita osteogenesi imperfetta, che da adulto gli aveva fatto raggiungere l´altezza di 97 centimetri, per 27 chili di peso. Nel ´800 lo avrebbero bollato come un Freak. Ma Michel che aveva si le ossa di vetro, possedeva una determinazione d´acciaio e a tredici anni inizia a suonare col trombettista Clark Terry per non fermarsi mai più.
Oggi vi parlo dell´Album doppio registrato dal vivo in Germania nel luglio del 1988 dal titolo “One Night in Karlsruhe”. I musicisti, Gary Peacock al contrabbasso e Roy Haynes alla batteria, sono gli stessi che meno di un anno prima avevano registrato con lui per la Blue Note “Michel Plays Petrucciani”. Lo si può considerare come una estensione di quel disco visto che comprende sia le cinque tracce composte da Michel in esso già presenti, che cinque standard jazz come “There Will Never Be Another You” di Harry Warre, “In a Sentimental Mood” del “Duke”, “Embreceable You” di George Gershwin, “Giant Step” di Trane e “My Funny Valentine” di Richard Rodgers.
L´alchimia tra Petrucciani, Gary e Roy è perfetta. Il giusto equilibrio tra virtuosismo tecnico, lirismo, e smisurata passione di suonare e il pubblico presente se ne accorge.
Petrucciani grazie alla straordinaria tecnica pianistica raggiunta ha il dono dell´indipendenza della mano destra dalla sinistra e a sberleffo della sua statura si arrampica sulle progressioni armoniche con una leggerezza entusiasmante con Peackock e Haynes che gli tengono dietro da grandi professionisti. Quali sono i miei brani preferiti? Mi sono piaciuti tutti, quindi vi posso solo raccomandare di (ri)ascoltare tutto questo album.
Se quella gran testa dura di Michel a 36 anni non avesse deciso di farsi una passeggiata nella neve di New York nel gennaio del `99 sarebbe certamente ancora tra noi a dimostrarci che impossibile è niente.
Ma è prerogativa dei geni quella di bruciare le proprie esistenze con la luce sfolgorante di una Supernova.
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