Tra il 1520 e il 1534 Michelangelo attese ai lavori della cappella Medicea (Sagrestia nuova) in San Lorenzo. Sono anni di intenso travaglio sia per la storia personale dell'artista sia per la storia politica della penisola. L'attività in San Lorenzo venne interrotta nel 1527, anno del sacco di Roma della cacciata dei Medici da Firenze. Michelangelo si pose allora al servizio della repubblica e partecipò ai progetti di fortificazione della città. Il 1530 è l'anno della restaurazione medicea in Firenze e Michelangelo deve nuovamente attendere ai lavori della cappella in San Lorenzo che poi sranno interrotti definitivamente dalla sua partenza per Roma.

Nata in mezzo ad avvenimenti tanto contrastanti la cappella Medicea resta opera radicalmente innovativa, realizzazione esemplare della poetica manierista. Le novità michelangiolesche furono percepite anche dai contemporanei, se Vasari poteva affermare che Buonarroti aveva realizzato un "ornamento assai diverso da quello che di misura, ordine e regola facevano gli uomini secondo il comune uso". Michelangelo introdusse sostanziali innovazioni nella struttura della cappella tripartendo le pareti anche in senso verticale, con la frapposizione di un piano tra l'ordine principale e la cupola emisferica, e articolando la calotta, su ispirazione dell'architettura romana antica, in cassettoni digradanti per dimensione in prossimità della lanterna. Un elemento archtettonico assolutamente nuovo proprio perché non assimilabile ad alcun ordine riconosciuto, in un'epoca in cui ail rispetto del canone classico non era ancora stato messo in discussione, è dato dalle edicole che poggiano sulle otto porte d'ingresso alla cappella. L'autonomia delle singole parti, che tradizionalmente compongono questi elementi (nicchia, cornice e timpano) viene superata dalla penetrazione della cornice nello spazio del timpano secondo una audace espansione sia orizzontale che verticale.

Il problema della relazione tra l'architettura della cappella e la scultura dei monumenti funerari in casa Medici venne risolto da Michelangelo con la disposizione di questi ultimi a parete, incassandoli nei comparti centrali delimitati dalle paraste in pietra dell'ordine inferiore. L'adozione, per contrasto del marmo bianco nelle membrature architettoniche delle tombe restituì autonomia a questo sistema privandolo di qualsiasi ruolo strutturale, coerentemente con la tradizione del monumento funerario a parete. Le tombe di Lorenzo il Magnifico e di suo fratello Giuliano, purtroppo, non furono mai eseguite, mentre le sepolture dei duchi di Giuliano di Nemours e Lorenzo di Urbino, furono collocate lungo le pareti laterali della cappella- Le statue, che rappresentano i due esponenti della famiglia Medici precocemente scomparsi si fronteggiano in posizione elevata, in due nicchie incassate nella zona centrale di ciascun monumento. Si tratta di effigi idealizzate non di veri e propri ritratti. I duchi vengono, infatti, presentati in vesti di capitani militari con antiche armature e senza barba. Il trionfo della famiglia Medici sul Tempo, e per lei dei due membri effigiati, è rappresentato dalle allegorie delle quattro parti del giorno (Aurora, Giorno, Crepuscolo, Notte) adagiate a coppie sui sarcofaghi isolati davanti a ciascun monumento.

Queste statue, che sembrano scivolare dai sarcofaghi, tormentate e malinconiche, iconograficamente derivano dalle figure degli antichi dei fluviali, ma sono un'invenzione totalmente nuova, cariche di tensione spirituale e fromale sottolineata, nelle figure del Giorno, dall'uso del non finito. Fondamentale, per comprendere le novità di queste sculture michelangiolesche, è la previsione anche di un punto di vista diagonale consentito dall'ampieazza dfella cappella e realizzato attraverso inquadrature d'angolo, appositamente studiate dall'artista. Ciò significa concepire dinamicamente la fruizione dell'opera nello spazio, non più in modo statico e frontale. Del resto i duchi sono rivolti al centro spirituale della cappella: La statua della Vergine con il Bambino. Per Michelangelo le immagini inquiete della gloria terrena (i duchi) e del tempo (le parti del giorno) tendono a placarsi in una superiore ed eterna armonia spirituale, platonica e cristiana.

Sublime.

Carico i commenti... con calma