Non so perché, ma alla fine mi sono ritrovato con questa irsuta barbetta. Mi alzo ogni giorno, rantolo al bagno ed indeciso ci penso su, rasoio in mano, se tagliarla oppure no. Domani. Domani. Domani ed oggi ho proprio una bella manciata di peli. La gente solitamente, quando saltiamo sull’inutile argomento quasi fosse davvero importante, non ci crede mai che ho la mia età: me ne darebbe 5, perfino 6 in meno. Di anni, intendo. Però forse con sta barbetta... Mi piace adesso cercare ispirazione grattandomi la gola e poi giù fino al pomo d‘Adamo. Domani forse me la taglierò e tornerò, con la pelle modello culo di bambino, ai mondiali del 2006 o forse più indietro ancora. Ma se ben ci penso non è necessario prendere in mano un rasoio a sette lame e 18 euro per fare M.J. Fox e saltare indietro nel tempo. Basta ripensare ad un film.
Il primo appuntamento di una storia importante ha un non so che di adrenalinico: ti senti impacciato, fuori luogo e teso. “Andiamo al cinema?” Lei ci pensa su, ma mica tanto. Forse gli piacevo per davvero e io, stronzo, me ne sono accorto quasi a tempo scaduto. Poi, con quei suoi occhioni nocciola, mi fa un sì con vigorosa scampanellata di collo. Sfogli allora il giornale alla ricerca di un film e il sangue ti si ghiaccia: hai bisogno del buio, di una sala piena di gente che ride e si commuove e ti trovi come scelte “Harry Potter e un nome inutile che non interessa a nessuno”, “Kill Bill Vol. 1”, “I Pokemon” ed uno spara e ammazza di serie B. L’altro, invece, volevo vederlo per davvero; anche se certo non al primo appuntamento. Alla fine ci andiamo comunque. Ad ogni morto mi sentivo più piccolo: li ho contati per un po’, ma poi ho perso il conto. Mi sembrava “Commando” con Schwarznegger e non sapevo se girarmi verso di lei per abbozzare una scusa oppure scappare via. Poi lei si è messa a ridere e avvicinandosi all’orecchio tra un sparo e l’altro mi ha detto “sai, non ti facevo così romantico”.
ROMANZO CRIMINALE
Romanzo Criminale ci parla della Banda della Magliana. Placido tenta di ricostruire una storia difficile ed ingarbugliata impossibile da verificare nella sua interezza, piena di se e forse. Una storia che comunque vale la pena di essere raccontata. La criminalità a Roma ovviamente c'era anche prima della fine degli anni '70, ma era ben poca cosa: divisa in micro aree, in quartieri, al di fuori dei quali era impossibile andare. Per unire la città sotto un'unica organizzazione non ci voleva che un po' di terrore e sangue freddo per eliminare chi non condivideva i metodi. Quella che sembrava una piazza enorme, un sogno irraggiungibile, diventa ben presto troppo piccola per la Banda che, anno dopo anno, allarga i suoi confini passando dalla prostituzione, alle scommesse, al traffico di droga prendendo contatti con le altre associazioni mafiose e P2. Criminalità e politica come edera si intrecciano pericolosamente fino a tentare di spiegare i più scomodi e cupi momenti della storia italiana degli anni di piombo. Ora si sale e poi si scende.
Il film piace particolarmente perché nel turbinio complesso degli eventi in rapida, quasi frenetica successione, riesce a non cadere nella trappola di dare alla luce solo uno sterile documentario. Al contrario con momenti riflessivi, drammaticamente lenti, passionali e carichi di phatos sa costruire e raccontare storie parallele alla Banda della Magliana che la sfiorano prima e la colpiscono, fino a contribuire a farla cadere, poi. Perchè quello descritta da Placido era un gruppo selvaggio: senza un vero capo, con diverse teste, era più vulnerabile al tradimento, al doppiogiochismo, all'avidità, alla commiserazione ed alla vendetta. Un plot dinamico che fino all'epilogo esalta le capacità recitative dei protagonisti. I ruoli assegnati a Rossi Stuart, Santamaria e Favino sono soppesati con cura. Il trio (il freddo, il Dandi e Libano) ripaga con una prestazione assai vicina alla perfezione per l’intensità ed il trasporto emotivo che riesce a trasmettere assieme a comprimari di assoluto spessore (Mouglalis, Trinca e Scamarcio). Non mi ha convinto completamente Accorsi. Non so, forse sono io che non riesco a scrollarmi di dosso l’opinione che ho di lui. Un attore sopravvalutato ingabbiato con quel suo nevrotico modo di recitare, a scatti e urla, nel trasporre su pellicola il tipico trentenne in crisi. Perfetto per film come "Santa Maradona" e "L'ultimo Bacio". No, nei panni dell’ispettore ci avrei messo qualcun altro.
Forse 150’ sono eccessivi. Anzi, lo sono. Per gli eventi che tratta "Romanzo Criminale" è sicuramente denso quanto un vasetto di marmellata messo in frigo, ma sono convinto che con una ventina di minuti in meno sarebbe stato ancora più bello.
Una birra al bar per me, un succo per lei e mi ritrovo a parlare del film scusandomi della scelta fino a diventare non solo patetico, ma perfino fastidioso. Poi si passa alle solite cazzate di circostanza e lei mi guarda dritto negli occhi. Sempre. Mi piace. Arrivano i silenzi, quei lunghi silenzi pieni di imbarazzo quando gli argomenti inutili, uno a uno, si esauriscono e cadono come tessere di domino sui nostri bicchieri sul tavolo di legno. Un sorriso complice, prima di un bacio che sa di malto e succo alla pera.
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Altre recensioni
Di axel
La splendida interpretazione di Kim Rossi Stuart è un ruolo cucito su misura per lui.
Il film è godibile e merita un plauso per aver tentato di fare breccia nel panorama commerciale italiano.