Ciao ragazzi, per la nostra consueta boccata d'aria dedicata alla musica italiana minore, vorrei avviare oggi, con voi e per voi, come di mio solito, un discorso su un autore dimenticato dal grande pubblico, sebbene capace di interessanti performance artistiche: Mike Francis, al secolo Francesco Puccioni, originario di Firenze.

Il Nostro ebbe una relativa gloria attorno alla metà degli anni '80 - grazie a pezzi memori dell'elettropop anglosassone e trasmessi soprattutto in radio come "Survivor" e "Friends" - per scivolare pian piano nell'anonimato negli anni successivi, ad onta di una buona capacità compositiva e di una certa cultura musicale (armonia, esecuzione, arrangiamento) che lasciavano trasparire in lui doti da Elton John o Cocciante in erba, seppur con meno enfasi, estetica ed emotiva.

Forse il limite di Mike, ne parlo subito per sgombrare il campo da equivoci, va rinvenuto essenzialmente nella sua apparente freddezza e timidezza, che certamente ne ha limitato la fama presso il grande pubblico, come pure l'inserimento in circuiti mainstream; ciò condito con note vicende della nostra storia musicale, che nei primi anni '90 vide la riaffermazione del rock italiano, sull'onda dell'effetto Seattle, come pure di altri generi derivativi, come l'hip hop o il rap.

Curioso che in tale contesto lo stesso Francis, in origine anch'egli derivativo rispetto a modelli anglosassoni, sia andato controcorrente spostando gli accenti della propria musica verso il cantautorato in lingua italiana, giungendo in sostanza ad una rimeditazione classicheggiante delle proprie origini pop. Con l'effetto di alienarsi definitivamente l'interesse per il grosso pubblico, consolidando nondimeno il seguito dei propri aficionados, come testimoniano vari forum in internet.

In questa antologia trovate il meglio di Francis, non a caso con canzoni cantate in inglese, quasi ad abiurare il percorso di avvicinamento al cantautorato italiano avviato nei primi anni '90, potendo dunque riavvicinarvi ad un autore che, pur nella evidenziata contraddittorietà della sua carriera, dimostrava capacità forse mal sfruttate dai nostri discografici.

Altro dirvi non vo', sperando che il vostro ascolto di Francis, anco tardi a venir, non vi sia grave, come avrebbe detto un bravo poeta con una faccia un po' cosi, come quella del bravo Mike..

Poeticamente Vostro

Il_Paolo

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