Qualche volta capita che il meglio di un artista venga fuori quando si trova ai ferri corti con un major come la Virgin. È ed proprio il caso di citare in causa il signor Mike Oldfield che dopo le deludenti prove discografiche di "Earth Moving" e "Heaven's Open" coronate da un altrettanto insuccesso discografico tenta un ultimo colpo e decide di lasciare la forma canzone pop ormai troppo reciclata e di tornare alla suite e alle sovraincisioni usando strumenti acustici.

Il progetto partito con un ideale proseguo di "Ommadawn" (terzo acclamato album) diventa territorio di sperimentazione e follia pura. Il richiamo ad "Ommadawn" può risultare nella sezioni ritmiche e nei richiami alla world music ma quello che risulta dall'ascolto è una anarchica cacofonia di suoni che credo nessun altro artista contemporaneo sarebbe in grado di asemblare in maniera così magistrale. La parte rumoristica assume un ruolo di primo piano a tratti volutamente disturbante ed a tratti complementare della musica. Ed e così che si snoda questa concept suite della durata di circa 60 minuti. Un viaggio tra compagni alla ricerca dell'utopia sonora. Momenti pastorali e lisergici associati a rumori dello stesso Mike mentre beve o si gratta la barba. Schiaffeggiamenti di cosce, feste campestri, motoseghe in accensione il tutto a contornare una suite ardita, eterogenea e allo steso tempo avvolgente. La chitarra su tutti gli altri strumenti la fa da padrona e a volte placida e armonica altre distorta e aggessiva. Ci sono assoli vedi i 20 minuti di flamenco che sono vertiginosi e rimandano alle sue produzioni migliori degli anni settanta. Le sovraincisioni si sprecano ed il lontano odore di campane tubolari è sempre nell'aria anche se il contesto è completamente diverso.

È arduo andare oltre nella descrizione di un album estremo come questo come è arduo clasificarlo in un genere. Sfugge volutamente da ogni canone di riconoscibilità. All'epoca mise in difficoltà la critica e fu osannato dal pubblico che a tutt'oggi lo riconosce come un vertice creativo assoluto ed imbattuto dell'artista insieme a "Tubular Bells".

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