La storia di questo incredibile artista è descritta sinteticamente nelle note di copertina, secondo il classico stile della Tzadik, l'etichetta dell'inarrivabile John Zorn. Ragazzo come altri, un giorno vuole farsi dichiarare"morto". Internato per infermità mentale, poi rilasciato, la sua passione per il violino lo porta a generare questo straordinario esordio.
Temo che a quest'ora si sia già suicidato un paio di volte, ben che vada questo sarà il suo unico e ultimo disco.

Una sassata sulla contemporaneità, il violino stuprato e ridotto a diabolico strumento che s'aggancia alle tue budella e ti tira fuori anche quello che credevi di aver rimosso. Rumorismo da far impallidire l'autoreferenzialista numero 1 al mondo, Merzbow; originale a dir poco, da prendere a poche dosi come delle gocce magiche.
Consigliato: a chi ha paura della normalità. Sconsigliato: a chi crede che il violino sia da suonare con parrucconi medievali.

Elenco e tracce

01   Envoy (03:46)

02   Liars (06:55)

03   Mourner (02:32)

04   Citizen (02:29)

05   Novel Author (02:57)

06   Liar (01:37)

07   String Player (05:04)

08   Traveller (06:31)

09   Fatalist (02:35)

10   Penant (12:58)

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Altre recensioni

Di  O__O

 "People è un incubo: è come entrare nella testa di un pazzo. C'è una via d'entrata, ma non una via d'uscita."

 "Un flusso harsh che non si placa nella straordinaria 'Traveller': un kamikaze di suono che colpisce subito e ti getta sulla spiaggia più tetra del mondo."