Nelle discografie dei giganti della musica ci sono sempre quei dischi un po' snobbati, quelli che ascoltano in pochi, che non hanno fatto la storia come altri, che quando ne parli l'approccio tipico è "Ah sì, ha fatto anche quello". E' forse questo il caso di "1958 Miles".

Disco dalla storia non tanto artistica quanto commerciale molto travagliata: trattasi infatti di unione di una precedente uscita ("Jazz Track") con altre registrazioni fatte successivamente. Nelle reissue che si sono susseguite nel tempo è stato pubblicato con entrambe le parti (una studio e una live) o con una sola delle due, in particolare quella delle studio sessions.

La versione di "1958 Miles" di cui parlerò è l'edizione giapponese. L'edizione giapponese?!?! Non mi scassate 'a minchia, vi parlerò dell'edizione giapponese perchè è quella contenuta nel box-set "Miles Davis, The Complete Columbia Album Collection" che quei ganzi dei miei amici hanno ben pensato di regalarmi per il mio compleanno. Come si fa a non amare degli amici così? Infatti li amo, che ci volete fare.

Tornando al disco, esso contiene le seguenti composizioni: "On Green Dolphin Street", "Fran-Dance", "Stella By Starlight", "Love For Sale" e una alternate take di "Fran-Dance", anche se è più frequente trovare (manco parlassimo di un uovo con sorpresa!) "Little Melonae" di Jackie McLean. Vi sarete accorti che, tranne "Fran-Dance" (dedicata alla futura moglie di Miles, la ballerina Frances Taylor), il disco si compone di standard. E tutti sappiamo, "'Round About Midnight" e "Porgy And Bess" ce lo dimostrano alla grandissima, quanto Miles Davis sia strabiliante quando si cimenta negli standard.  Intanto, già se ci sono Cannonball Adderley, John Coltrane, Bill Evans, Paul Chambers e Jimmy Cobb, il risultato è assicurato. E infatti "1958 Miles", pur collocandosi a metà strada fra i eminentissimi e reverendissimi signori "Milestones" e "Kind Of Blue", non è che di poco inferiore, anzi si può affermare che sì, fa la sua porca figura. Perchè va bene, non sarà un disco memorabile come i due vicini di casa, ma contiene le prime registrazioni con Bill Evans e si trova proprio a metà di quel passaggio dal bebop e dal cool al modal jazz già iniziato in "Milestones" e che avrà pieno compimento in "Kind Of Blue".

"1958 Miles" è un disco gioioso, un disco riflessivo, un disco lirico, contenente brani di comprovata bellezza (chi dice che "Stella By Starlight" è brutta, non è umano) suonati e interpretati come solo gente di questo calibro può fare. Insomma, vi ho detto che è molto più importante di quanto la sua fama faccia pensare, vi ho detto che è molto bello, vi ho detto che se lo ascoltate siete fra i pochi eletti a poter dire "Miles Davis? Sì, del giovane in questione conosco tutto, persino 1958 Miles", vi ho anche detto che ci suonano Cobb, Chambers, Evans, Cannonball e Trane, vi ho detto che è un disco di Miles Davis. Non m'importa quale edizione, uscite e compratelo.

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