Mmm. Sì, lo so, lo so, ma... a certe cose non si può resistere. Certe masturbazioni mentali vanno colte assolutamente.

Miles appoggiato ad un lampione, o quello che è, ma io me lo immagino così, in suite di stile italiano, la tromba nella mano destra stretta come solo lui la sapeva stringere. Cazzo, quelle mani...
È buio nel buio, notte nella notte, e aspetta che lo vengano a prendere per portarlo nella tana di una balena che conosce bene...

"I hope I won't have to hit Mingus in the mouth"...
Si dice che abbia parlato così, quella notte, e perché no, potrebbe essere... ma in fondo, è anche una frase che ci si aspetta che lui dica... ma quelle notti di luglio, quelli notti nel New Jersey erano notti dalle parti di Newport, e forse, Miles, voleva, e poteva permettersi più di quanto non permettesse abitualmente...
Ci vorrebbe Clint per tenere questi due pesi massimi nella stessa inquadratura, reggerne gli sguardi che si incrociano: si conoscono, si conoscono, Miles ha già suonato con Mingus, Mingus non ancora con Miles, ma lui, la balena, non ha intenzione di fare il gregario, anche se la formazione lascerebbe pensare il contrario, tutta ritmica, ed un vibrafonista... Che poi la baracca, la Debut per la quale incidono, è la sua...

Well, Miles on the trumpet, Charles on the bass, Woodman (compare del Duca, che quando si parla di Mingus riciccia sempre fuori) al trombone che sembra che parli, al vibrafono Teddy Charles, un tipo che Mingus si portava dietro dai tempi dei Workshop, ed Elvin Jones alla batteria (ehm, giusto per curiosità, andate a controllare chi c'era alle pelli nelle "A love supreme" sessions)...
Coolness, amici, coolness: no, non è "The birth of the cool", niente di così cerebrale, "Nature boy" è un uomo caracollante in una notte ventosa, e la notte è quel vibrafono ipnotico, un tappeto onirico (che Jones supporta magnificamente) per le evoluzioni da ballader figlio di puttana di Miles, e per i divertimenti, di rado così melodici, di Mingus...

Ma se la prima traccia fa sperare nel colpaccio, "Alone together" e "There's no you" riportano coi piedi per terra, è jazz onesto, onestissimo, di livello stellare, ma... sì, anche quel trombone, che dà quel bellissimo gusto retrò, però... e lascia pure col sorriso sulle labbra, ma... Ragazzi ma... siete Mingus e Davis, suonate insieme, perché suonate per divertirvi???
Ahh, sì, dannazione, mi sono lasciato fregare dalle attese... Vabè, meglio chiudere con "Easy living", meglio rilassarsi, questo è cool, gentile, sottocutaneo ed introspettivo, massì, sogniamo ancora un pò, è stato bello, finchè è durato...

Un bel ricordo, una gemma nascosta, poteva essere capolavoro di quelli "diversi" alla "Somethin' else", o forse, proprio per i personaggi coinvolti, non lo poteva assolutamente essere, e invece una bel disco, 26 minuti carezzevoli.
Chapeau, comunque e sempre, anche se...
Vabè...
Però, un altro ascolto glielo do... Tanto, è breve...

Carico i commenti... con calma