Era la primavera del 2008 ed a tale periodo risale “Machine 15” l’ultima cartolina dalla Svezia, poi diversi tour per festeggiare il decennale dell’uscita del loro instant-classic “Pennybridge Pioneers” (2000) e molti silenzi.


Ma diciamocelo la pensione anticipata ci avrebbe lasciato con un immagine sbiadita di cos’erano veramente i Millencolin dei 90’s e primi anni ’00. Lo dissi sette anni fa qui (come passa il tempo ahimè) e qui lo ripeto: “Machine 15” era un disco scialbo e senza spina dorsale.


Il tempo, le persone, gli stessi gusti cambiano, ma la curiosità di ascoltare nuova musica è rimasta immutata.


Fortunatamente e lo si intuisce già dall’eccezionale poker iniziale (“Autopilot Mode” ovvero Nikola seduto al banco che ascolta i consigli del dottor Gurewitz), i ragazzi di Orebro sono riusciti a riscattarsi e uscire dalle ombre ed evitare la trappola del jingle-bell-punk che ha contagiato gli ultimi Rise Against.


Un artwork in linea con i loro orientamenti animalisti che rimanda con forza a “Kingwood”, con la mente che per il resto fa presto a correre subito al giubileo del 2000 di cui ritroviamo i grandi pezzi scritti con lo stampino e la contagiosa allegria di fondo stretta a doppio mandato ad una certa nostalgia di fondo che si proietta sempre sull’orizzonte giallo-azzurro.


Orsi sempreverdi.






Carico i commenti... con calma