Usualmente il nome di un regista viene abbinato ai titoli dei suoi film di maggior successo e considerazione critica, relegando al ruolo di opere minori altre realizzazioni. Ciò può portare a dimenticare pellicole che invece hanno comunque un certo valore. Prendiamo ad esempio un regista come Milos Forman : di lui si citano facilmente e giustamente opere come "Qualcuno volo' sul nido del cuculo" e "Amadeus". Tutto bene ma non dare il giusto risalto ad una pellicola come "Taking off" è, a mio avviso , un vero peccato soprattutto se, rivisto oggi, risalta una certa freschezza nel descrivere la confusione che attraversava la società americana fra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70.

La vicenda , ispirata ad un vero fatto di cronaca, parte da una ragazza quindicenne che un bel giorno, a New York, si reca ad un'audizione musicale intesa a selezionare nuovi talenti artistici . Questo avviene a totale insaputa dei suoi genitori i quali, non vedendola rincasare alla solita ora, la temono smarrita consci del fatto che, in quel periodo, molti giovani lasciavano l'ambito familiare per entrare a far parte di comunità hippy . Con l'aiuto di una coppia di vicini i due genitori avviano una frenetica ricerca della figlia, durante la quale avranno modo anche di partecipare ad una riunione di un'associazione di genitori di figli scappati . Nel corso di tale evento seguiranno l'intervento di uno psicologo alternativo volto a spiegare e dimostrare come si rolla e si fuma uno spinello, allo scopo di comprendere direttamente il tipo di esperienze provate dai giovani. L'effetto è ovviamente esilarante al punto che, rientrati a casa, i genitori si ritrovano in uno stato di disibinizione completa e propizia per provare anche una partita di strip poker. Lascio immaginare lo sconcerto provato, a fronte di simile scena, dalla figlia stessa ritornata nel frattempo. La quale, durante la sua assenza, ha avuto modo di conoscere un musicista hippy che compone brani di protesta contro il sistema riscuotendo un certo successo. Quando si dice che le scelte dei propri figli ormai più maturi possono lasciare disorientati i genitori..

Presentato e premiato al festival di Cannes del 1971, "Taking off " è stato il primo film americano del regista cecoslovacco Forman, riparato all'estero dopo la repressione sovietica della cosiddetta primavera di Praga nel 1968. E il tocco stilistico dell'autore appare pressoché intatto. Con un tono lieve ed ironico, Forman si conferma un acuto osservatore dei meccanismi sociali . Come nelle società dell'Europa orientale vigeva un certo plumbeo conformismo sociale succube di una grigia burocrazia, così il borghese medio americano non brilla per sagacia a fronte delle inquietudini giovanili di quell'epoca. Ben inquadrato in una società consumistica opulenta, quel borghese agisce in modo goffo ed inefficace nel tentare di sintonizzarsi con le esigenze inappagate dei propri figli che, invece, hanno compreso appieno i limiti dell'american way of life e cercano faticosamente strade alternative.

È, quindi, questo film di Forman un vivido ritratto della società in un determinato periodo storico per l'America ed il mondo occidentale nella sua globalità. Da recuperare, perciò, anche in considerazione del fatto che l'autore tratteggia sapientemente una situazione straniante nel rapporto fra genitori e figlie / figli. Ovvero il momento in cui, troppo abituati a vederli e trattarli in un certo modo, i genitori si rendono conto della rapida evoluzione interiore dei figli, tanto da trovarsi totalmente spiazzati dal nuovo stato delle cose. È la vita nella naturale ed implacabile evoluzione temporale e "Taking off", piccolo grande film, pone brillantemente in risalto questo tema eterno.

Carico i commenti... con calma