In seguito alla sua uscita dal gruppo dei Diaframma, Miro Sassolini sceglierà altri percorsi, artistici e non; tuttavia, seppure in maniera un po’ frammentaria e caotica, un pugno di (ottime) canzoni riusciranno a venir fuori.
I brani “Le cose da fare” e “Poche storie”, incisi attorno al 1990, con Sandro Braccini (già suo collega nei Diaframma) e Fabio Provazza, verranno “riesumati” nella raccolta “Sassolini sul fondo del fiume” dei Diaframma uscita nel 2002; piacevole e malinconica la prima, sebbene un po’ enfatica, con un bel sound tipicamente anni ottanta, più ritmata la seconda.
Gli altri brani (composti all’incirca nella metà degli anni novanta) con il gruppo Van Der Bosch, in un progetto non solo musicale, in una raccolta di nome “Abel de la rue” sono rimasti (purtroppo) per molto tempo inediti, e solo recentemente, grazie alla rete, si sono potuti ascoltare.
Quest’ultime canzoni, hanno un’ossatura splendidamente retrò, con molte reminescenze new wave, ma più barocca e variegata rispetto al periodo dei Diaframma, con un utilizzo maggiore delle tastiere. Il canto di Miro Sassolini, negli anni non ha perso assolutamente smalto, anzi forse è addirittura migliorato con toni più rifiniti ed eclettici.
Tra i brani spiccano la drammatica “Pack”, con un crescendo vocale di Miro da brividi, la grintosa “Rafrail” e il quasi funky di “Iguana”.
Le canzoni possono essere ascoltate su blogs.myspace.com/mirosassolinimusic.
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